mercoledì 19 ottobre 2011

...arrendersi...

Condivido con voi l'insegnamento che mi ha dato Cristo in quest'ultimo periodo ma, per fare questo, devo aprire una piccola parentesi. Mi sono accorta di essere una persona che ha sempre vissuto mettendo al primo posto la difesa...insomma mi sono sempre dovuta difendere da tante situazioni per non essere ferita, lasciata sola e questo mio comportamento, che nasconde un certo grado di paura e di insicurezza di fondo (probabilmente causato da alcune esperienze infantili), mi ha condotto a costruire una barriera tra me e il mondo esterno. Quando Cristo è entrato nella mia vita questo muro ha cominciato a vacillare. Potete immaginarvi quanto sia difficile per me, come per molti di voi, abbandonarsi completamente a Dio. Persone come me o simili hanno bisogno di controllare tutto per non rimenere spiazzati...ma con Cristo si rimane spiazzati in partenza! Dopo l'entusiasmo e l'abbandono iniziale, come conseguenza logica della conversione, si ritorna con i piedi per terra e, piano piano, Cristo ci fa capire quali sono i nostri limiti, le nostre mancanze ma soprattutto comincia a plasmare il nostro cuore per farlo simile al Suo. Più si va avanti e più cominciamo ad essere agguerriti, determinati...diventiamo dei lottatori di Cristo ma in realtà, senza rendercene conto, siamo tornati al vecchio comportamento difensivo (la miglior difesa è l'attacco)! è qui che ti voglio!!!! Il problema è proprio questo: sappiamo infatti che ogni giorno per essere raccolti in Cristo dobbiamo necessariamente lottare contro le nostre tendenze e passioni, contro il mondo che ci tenta in tanti modi, contro il demonio...ma ci dimentichiamo che in mezzo a tutte queste cose esiste Colui che ci tenta al bene: Gesù.
Da ciò che sto vivevdo in questo momento vi posso dire che il cristianesimo non si esplica con lotte all'ultimo sangue (ci ha già pensato Cristo), ma arrendendosi all'Amore di Dio, arrendendosi al Bene che ci tenta in ogni momento della giornata. Non dobbiamo difenderci, nè lottare ma arrenderci. Se rimaniamo innocenti nel Suo Amore permettiamo a Dio di difenderci sempre (non ce ne dobbiamo occupare noi)...a questo proposito vi invito a pensare a Maria: la nostra mamma ha lasciato che fosse Dio a spiegare a Giuseppe cosa le era accaduto... si è affidata completamente rimanendo attiva nell'orazione e nella fiducia. Le nostre parole, i nostri silenzi e preghiere saranno efficaci nella misura in cui noi decidiamo di abbassare questo muro, di arrenderci a Dio. Le lotte fanno parte della vita ma esse trovano la vittoria solo nel momento in cui ci lasciamo tentare da Dio perchè è Lui che vince. Lasciamo che Dio vinca i nostri cuori stanchi e feriti solo allora si realizzerà questa parola:  "I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».  Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore.  Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare.  Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli»" (Lc.10, 17-20).

martedì 27 settembre 2011

L'amore tra uomo e donna

è un pò di tempo che volevo scrivere  su questo argomento...qui, specificatamente, mi riferisco all'amore tra uomo e donna. Non so voi ma io mi trovo spesso ad ascoltare situazioni deprimenti sui rapporti uomo-donna. Quando ascolto i miei amici che mi parlano dei loro problemi gli chiedo subito: "cosa ti ha spinto a stare con questa persona? Cosa vi unisce?"...devo dire che le risposte sono alquanto deludenti: "bè, l'ho incontrata, mi è piaciuta e mi sono innamorato di lei", "mi ero appena lasciata con il mio ragazzo e poi ho incontrato lui che mi ha cambiato la vita", "che c'è da dire...mi piace, le voglio bene e stiamo bene insieme", "è tanto che sto con lui...alla fine gli voglio bene.... all'inizio del rapporto si è invasi dalla passione, poi cominci a conoscere la persona, te ne innamori, la sposi e alla fine gli vuoi bene...insomma mi posso accontentare", "ancora che pensi all'amore? ma lascia perdere! Trovati una brava persona... non puoi pensare all'amore vero altrimenti rimarrai sola! Devi imparare ad accontentarti di ciò che trovi"   ecc. Ditemi se non è deprimente tutto ciò! Forse la prima risposta che ho inserito potrebbe suonare bene ma non è così perchè manca una persona a cui nessuno fa riferimento: manca Cristo. Come possiamo amare una persona se non sappiamo cosa vuol dire amare? e chi può insegnarci ad amare? Gesù. Carissimi, ve lo dico ora: l'amore è un rischio! Si, amare significa mettersi alla prova, rischiare se stessi, "perdere" se stessi fino a dare la vita per l'altro! Se non ci predisponiamo a rischiare tutto come potremo innamorarci veramente? Rischiare tutto non significa ad esempio lasciare il lavoro, il paese o fare cose folli...rischiare tutto significa andare oltre queste cose! Ovviamente non penso che cambiare paese sia una cosa da poco...ma l'amore ci spinge oltre noi stessi.
Nella genesi è scritto che l'uomo lascerà il padre e la madre, si unirà ad una donna e i due saranno una cosa sola...non è uno scherzetto! Questo significa cambiare il vertice di osservazione: non sono più un "io" singolo ma un "noi": si pensa insieme, si cresce insieme ecc.
L'uomo lascerà la famiglia per unirsi ad una donna...sembra un cosa così naturale eppure implica uno sforzo notevole soprattutto nella società di oggi in cui l'uomo è sempre più un isola separata dagli altri. Eppure unirsi ad una persona, trovare un conforto affettivo è indispensabile per l'essere umano. Anche i sacerdoti hanno bisogno di essere coccolati ed è assolutamente normale...ovviamente dovranno essere prudenti per non cadere nelle trappole della mente e del maligno! Si, la mente fa brutti scherzi: magari ci sentiamo giù, rivediamo e riviviamo in pochi minuti la nostra vita affettiva, sentiamo nuovamente le ferite che ci bruciano dentro (tutti abbiamo delle ferite che derivano da una mancanza di affetto) ed è facile a questo punto dire tra sè: "lasciamo perdere l'idea dell'amore vero, in fin de conti ho bisogno solo di una persona che mi abbracci, che stia con me ecc...". I nostri sogni di felicità si frantumano di fronte alla cruda realtà e allora pensiamo che sia più ragionevole accontentarci: "non è l'uomo della mia vita, però è una brava persona e mi fa sentire sicura". Peccato che i rapporti che si basano su questa "filosofia" o sul "le voglio bene" o si sciolgono come neve al sole o ci rendono infelici per tutta la vita. Si potrebbe dire: "Chi è causa del suo mal pianga se stesso!". Ora io mi chiedo come cristiana che senso ha tutto questo: alcune persone pensano che essere cristiani significa privarsi di tante cose e di essere infelici ma spesso sono proprio queste persone quelle che si accontentano e si rovinano la vita! Anche quegli uomini che hanno alle spalle tanti matrimoni si accontentano all'idea di non saper amare o all'idea che l'amore non esiste, insomma si accontentano di essere infelici tutta la vita perchè sanno di non avere da nessuna parte una persona che li completi veramente. Ecco questo è un altro punto: abbiamo bisogno di sentirci completi e per raggiungere questo scopo abbiamo bisogno di un'altra persona diversa da noi. Però, una volta trovata la persona giusta, abbiamo bisogno di uno scopo, di una meta ben definita. Qual'è questa meta? Prima il matrimonio, poi i figli , poi invecchiare insieme...e poi? Cosa ci unisce ad un'altra persona? Qual'è il senso di questa unione? La meta di ogni essere umano dovrebbe essere la santità...e anche nel matrimonio quest'ultima deve avere la priorità. Un mio conoscente mi raccontò di essere andato da Padre Pio per chiedergli se la donna con cui era fidanzato fosse quella giusta e il santo gli rispose: "lei ti farà santo". Cosa significa? Per prima cosa che il rapporto uomo-donna è un rapporto triangolare il cui vertice deve essere occupato da Cristo. Se voglio essere felice, la mia meta è la santità, la mia vita è Cristo! La persona giusta è la persona che Cristo ha predisposto per me da tutta l'eternità per crescere insieme a lei nella santità. Ci sono state in passato sante donne che sono state costrette a sposare uomini crudeli e che con il loro amore sono riuscite a convertire le loro cattive inclinazioni...ma questo vuol dire essere felici? La loro felicità l'hanno trovata nel rapporto con Cristo ed è lì che hanno avuto la forza e la determinazione di andare avanti. La felicità piena la può dare solo Cristo allora perchè non chiedere a Lui cosa sia meglio per noi? Guardate non è facile mettersi in discussione in questo modo, anzi alcune volte risulta molto doloroso soprattutto quando ci troviamo di fronte ad una coppia, come è stato il caso di una mia carissima amica, che da 10 anni si era legata ad un uomo che vedeva più come un fratello che come futuro marito. Anche lei ha avuto il pensiero di accontentarsi ma fortunatamente ha avuto il coraggio di lasciarlo. Lo so, alcuni di voi penseranno: "bè un rapporto del genere non poteva durare, a me, ad esempio, non succederà mai perchè amo il mio fidanzato/a!"...fosse così facile! Dall'amore all'abitudine il passo è veloce se nel rapporto non siamo onesti con noi, con la persona che ci sta accanto e con Cristo.

lunedì 19 settembre 2011

...sentire...

La vita spirituale cambia il tuo modo di sentire le cose perchè in Cristo tutto acquista un senso e le persone cominciano ad assumere un valore ai nostri occhi, un valore che non dipende da ciò che esse ci possono dare: la persona vale perchè è persona. Ogni cosa viene vissuta pienamente: sia la gioia che  il dolore ti danno il senso di esistere e non il vuoto esistenziale.

domenica 11 settembre 2011

L'altra sera mi è venuta in mente questa frase: "Fare un cammino spirituale non significa avere la coscienza apposto ma al contrario significa sapere di non averla: per questo seguiamo Gesù perchè non siamo apposto ma vorremo esserlo. Nessuno è innocente e solo la grazia può sollevare la nostra misera volontà". Seguiamo Gesù perchè speriamo in Lui e possiamo farlo solo se abbiamo fatto esperienza di Dio nella nostra vita. Purtroppo se non lasciamo che Dio entri nella nostra storia non potremo mai capire parole come speranza, amore, misericordia, digiuno, umiltà, povertà, castità, obbedienza ecc...
è bello e consolante pensare che ad un certo punto della nostra vita non ci sentiamo apposto! Magari non ci sentiamo apposto nei confronti di ciò che reputiamo giusto...ma purtroppo siamo dei maghi a rigirare le situazioni (ci giustifichiamo sempre), forse non ci sentiamo apposto nei confronti di Dio e anche qui molto spesso facciamo i conti con un'immagine distorta di Dio: o abbiamo in mente un Dio punitore (abbiamo sbagliato quindi meritiamo una punizione), o un Dio troppo liberale (faccio quello che mi pare tanto Dio poi mi perdona), ecc... insomma per ogni caso c'è una visione di Dio ad hoc! Quindi la domanda interessante sarebbe: quando non ti senti apposto con chi ti confronti? La risposta è ovvia: ci confrontiamo con noi stessi! Inizialmente, nel momento di crisi, la risposta che troviamo nella nostra mente o che prendiamo in prestito da altri pensatori (certamente un pensiero che si confà con il nostro modo di pensare!) può risollevarci dall'oscurità...ma cosa succede in un secondo momento? Quella sensazione di non sentirsi apposto risorgerà a nuova vita! Cosa facciamo? O continuiamo a fare ciò che abbiamo sempre fatto, oppure cambiamo linea! Questo discorso si collega molto con l'idea che abbiamo di verità. Che cos'è la verità? questa è la domanda che Pilato fece a Gesù. Che domanda terribile e ancora più terribile è pensare che tante persone non solo non sanno cosa sia la verità ma soprattutto neanche si pongono il problema! La verità è qualcosa che appartiene all'uomo e non possiamo ignorarla nè accontentarci di vivere una pseudo verità che non ci soddisfa pienamente! Siamo fatti per la verità tutta intera non per un'idea circa la verità, non per un pluralismo infinito di verità che ci separa. La verità è una e ci unisce tutti! Per poter fare esperienza di Dio è importante far sorgere nell'altro questa domanda e proporre un cammino di ricerca della verità...si amici, cerchiamola questa verità, corriamo per il mondo con questa sete infinita di verità e gli altri ci seguiranno! Mi viene ora in mente una scena del film Forrest Gump in cui il protagonista inizia a correre senza sapere il perchè...tantissime persone lo seguono e ognuno si fa un'idea, si dà una motivazione su questa corsa... i corridori guardano Forrest come fosse un profeta, un nuovo guru ma ad un certo punto il protagonista si ferma e pianta tutti in asso perchè era "stanchino". Questa non deve essere la nostra fine! Noi corriamo verso una meta che "conosciamo", corriamo verso quel Gesù che ha compiuto miracoli nella nostra vita e non ce lo dobbiamo dimenticare! Di fronte a noi c'è Gesù Eucaristia che ci precede: andiamogli incontro! Le persone che si uniranno alla nostra corsa sono persone che hanno sete di verità, che ci seguiranno lungo le salite, le discese, i tratti lunghi e aridi della vita e, anche se inizialmete sarà un'idea a guidare i loro passi, piano piano si accorgeranno che è l'Amore di Gesù che crea l'unione tra tutti i membri....a quel punto non ci si potrà fermare più.

lunedì 5 settembre 2011

Non tentare il Signore Dio tuo!

Mi sono chiesta in questo periodo perchè il Signore non esaudisce subito delle richieste che sia io che Lui riteniamo buone (aspettate di leggere il post prima di mettermi alla forca!)...
Mi spiego meglio: vi sarà capitato di vivere alcune situazioni particolari e di starci anche molto male...cosa fate? andate da Gesù e gli dite: "Signore, tu sai che ti amo, il comandamento tal di tale dice questo ed io voglio seguirlo ma non ci riesco...ho bisogni di Te: aiutami!"...ma l'aiuto tangibile non arriva. "Gesù non voglio più pensare a questa cosa perchè ogni volta ci sto male: aiutami tu!" ma Gesù tace.  In fondo ciò che chiediamo è una cosa buona ma allora perchè Gesù non si muove? Perchè dorme ancora sulla barca? Cosa sta aspettando? Cosa vuole ancora da me? Riflettiamoci su... io l'ho fatto e mi è venuto in mente quando Gesù, dopo i 40 giorni nel deserto, ebbe fame. Ci credo che aveva fame e poteva benissimo chiedere al Padre: "dammi da mangiare altrimenti il mio corpo mortale non resisterà!"...ditemi se non sarebbe stata una richiesta sacro santa! Ma cosa succede? Arriva il maligno e lo tenta: dì che queste pietre diventino pane, in fondo lo puoi fare! Gesù risponde con la frase che tutti noi conosciamo. Finite le tentazioni viene servito dagli Angeli. Mi vorrei soffermare sulla parola "tentare" perchè molto spesso pensiamo che sia solo il diavolo a tentare Dio ma in realtà anche noi lo facciamo anche se a volte no ce ne accorgiamo. Tentiamo Dio quando pretendiamo da Lui una risposta immediata alle nostre esigenze: Dio non è un distributore automatico di grazie! L'uomo ha sempre fame di ciò che non ha e Dio questo lo sa bene! Se ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo impariamo a chiedere le cose buone ma abbiamo bisogno di fare un salto in più: è necessario che il nostro atteggiamento sia umile e paziente perchè la carità è umile e paziente! Dio è carità e agisce nel momento giusto. Dio non si fermerà mai a parlare di cose inutili con voi ma dirà solo ciò che deve al momento giusto.  Anche se non chiediamo niente di straordinario, Dio che è Padre ci vuole insegnare ad essere come Lui ci ha "sognati" da tutta l'eternità. Per noi esistono cose molto o poco importanti, per Dio ogni cosa è importante e vi si "applica" con grande attenzione in vista del suo disegno d'amore. Noi siamo piccoli ma per Dio siamo molto importanti! I nostri pensieri sono importanti, i nostri desideri sono importanti, le nostre richieste sono da valutare attentamente in vista di un bene maggiore! Gesù rifiuta di trasformare i sassi in pane e il suo gesto fa scendere gli Angeli dal Cielo per servirlo. Anche a noi accade la stessa cosa: siamo tentati? andiamo da Dio ma non ci risponde? Bene...rispondiamo come Gesù: "non di solo pane vive l'uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio" che nel nostro caso suonerebbe così: questa situazione mi attanaglia ma io non vivo per risolverla piuttosto vivo delle parole che escono dalla bocca di Dio! Gesù con questa risposta ci dona la pace...questa è già la risposta di Dio ai nostri problemi. Tutto si sistemerà quando sarà il momento giusto, quando avremo raggiunto quel grado minimo di umiltà che permetterà al Signore di agire per essere glorificato in noi. Quando chiediamo un intervento lampo (e non viviamo l'umiltà)non ci accorgiamo che stiamo vivendo nell'orgoglio e nella superbia....se Dio infatti ci esaudisse immediatamente, ci sentiremmo grati ma subito dopo penseremmo di essere importanti perchè Dio ci ha ascoltato al volo e così via...
Dio aspetta il momento in cui ci trova disposti a glorificarlo con tutto il cuore, la mente e le forze perchè sa che solo allora saremo capaci di dire a noi stessi che quella grazia viene da Lui gratuitamente: noi non c'entriamo nulla! Questo è il momento in cui gli Angeli si fanno presenti nella nostra vita per servirci...

domenica 28 agosto 2011

Uno per tutti!!!

Scrivo solo due righe per condividere la mia gioia di questi ultimi giorni... Il parroco della mia parrocchia è tornato da Madrid e devo ammettere che riaverlo con noi significa sentire la presenza attenta di un padre che sorveglia e ama i suoi figli. Sono felice e se non bastasse questo immaginatevi la mia gioia quando ho sentito nelle sue omelie di questi giorni risuonare le stesse parole che ho scritto ultimamente in questo blog! Ovviamente non avrà avuto il tempo di leggere nulla ...la mia gioia è stata quella di costatare anche questa volta, che lo Spirito è uno e che soffia dove vuole! Noi abbiamo il compito di vegliare con le lampade accese per essere pronti ad accogliere lo Spirito che passa... e vi assicuro che passa! Queste sono piccole esperienze che ci fanno esclamare "Dio c'è, la Verità c'è ed è una sola!". Non ho altro da dire...sono ancora commossa...Dio è buono ed è Uno per tutti!

giovedì 25 agosto 2011

...altre poesie d'amore...o pensieri...fate voi

Se tu fossi mio
ti porterei in alto...ma
non so volare.
Se tu fossi mio
cercherei almeno
di essere perfetta...ma
non sarei io.
Posso solo essere
imperfetta come sono e
amarti... non ho altro
da offrirti.
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Mio amato sarà Dio a dirti
che m'hai salvato
dai miei tristi pensieri
torturandomi il cuore...a me
non è concesso.
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Il cuore soffre tanto
ma si ricorda ancora
di essere vivo...forse
sono le ferite che mi lasci
ad illudermi di
saper amare almeno un poco...
non esiste nient'altro.
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Oggi vengo a dirti
che ti amo! Lo so
che per te non sono
una consolazione...
del resto cosa ho da offrirti
se non un desiderio
che ha il profumo
di una promessa?
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Vorrei dirti parole d'amore ma
tu non lo permetterai...mi
accontento che tu
le legga nei miei occhi
ma ti prego non buttarle via...se
non puoi amarle almeno
accogline la flagranza.

mercoledì 24 agosto 2011

Pensieri...poesie d'amore

Per non perderli nei meandri della mia mente li condivido con voi:

Se non puoi lasciarmi
la speranza di un
nuovo incontro
almeno restituiscimi
il desiderio.
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Nell'anima dell'uomo
si celano abissi in cui
è bello perdersi...un sorriso,
uno sguardo, silenzi condivisi che
ci portano lontano...e
ritrovarsi poi
immersi nello stupore...
semplicemente innamorati.
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Ora che ho visto i tuoi occhi
le cose belle, le più belle
non hanno sapore se
 non sei tu a mostrarmele in te...
non posso più vedere il mondo
con i miei occhi...
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Guardandoti negli occhi
mi ritrovo nel tuo amore...
lo so che il sentimento
dei primi incontri si trasformerà
in amore...e
non mi spaventa più...
ho imparato ad attenderti
da tutta la vita e
trovo pace solo in te.
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Vorrei che i miei pensieri si
traformassero almeno in fiori...e
poi sperare che tu ne colga uno che
ti ricordi il mio nome.
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L'amore è una cosa terribile: ti fa dimenticare di te stesso fino a morire, a morire su una croce!
Ma che senso ha la vita senza amore? E che senso ha amare chi non puoi avere pienamente? Dobbiamo accontentarci di amare totalmente solo una parte di colui che vorremo amare interamente...fino a morire per averti tutto per me.
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Vorrei dirtelo
ma so che non accadrà mai...
mi piacerebbe che gli Angeli ti
dicessero quanto i tuoi occhi
hanno cambiato la mia vita...
non ho che questo di te: il
tuo sguardo, il tuo sorriso,
la paura di perderti in me...
forse di te conosco
solo il silenzio...non ho altro da amare.


mercoledì 17 agosto 2011

Il proselitismo e le facili illusioni

Se c'è una cosa che non ha senso per i cristiani è proprio fare proselitismo...noi cristiani siamo chiamati ad evangelizzare, a parlare di Cristo morto e risorto per noi e non a costringere una persona ad entrare in un gruppo o in un altro! Più o meno tutti quelli che leggono questo blog fanno parte di un gruppo e questa è una cosa buona perchè il Signore ha suscitato e suscita tanti carismi per aiutarci nel cammino di santità. Tutti i cammini approvati dalla Chiesa Cattolica sono validi, ognuno di essi ha il medesimo scopo: la santità! Sicuramente potremo dire che l'istituto (o il gruppo) che seguiamo è il migliore per noi rispetto agli altri ma chi ci autorizza a spingere le persone verso il nostro gruppo? No, il cristianesimo non è questo! Quando una persona si avvicina a noi perchè ha sete di Dio (tutti abbiamo questa sete anche se non ne siamo sempre coscienti) non possiamo parlarle del gruppo di cui facciamo parte ma dobbiamo (e qui si tratta di un imperativo!) parlarle di Cristo, testimoniare le meraviglie che il Signore ha compiuto nella nostra piccola storia e niente di più! Se poi la persona vuole approfondire qualcosa bisogna consigliare la lettura del Vangelo per conoscere Gesù e infine, se lo desidera, invitarla ad un incontro (di preghiera, o ad una lezione spirituale ecc) dicendo che ne esistono tanti, che noi siamo stati chiamati e guidati da Dio ad unirci a quel gruppo ma che si può sentire libera di scegliere...comunque noi le staremo sempre accanto finchè non troverà una guida spirituale. Amare per noi è una scelta per Dio no. Possiamo scegliere di amare Gesù oppure no ma se scegliamo di amare Gesù vuol dire che desideriamo essere liberi...allora perchè alcune volte mettiamo la macina al collo ai nostri fratelli?
Ci sono alcuni che, parlando del cammino spirituale, sembrano raccontare una favoletta tutta rosa e fiori per convincere la gente ad andargli dietro. Tutti abbiamo bisogno di spiritualità, tutti abbiamo bisogno di Dio ma Dio non è un prodotto commerciale che bisogna smerciare a buon prezzo! Diciamo che Dio si "vende"da se! Non ha bisogno di abili venditori di fumo ma desidera avere testimoni! La Verità ha la sua forza in se stessa. Perchè illudere i nostri fratelli dicendo che il cammino spirituale è facile? perchè presentare il cristianesimo come una vacanza? Certo non dobbiamo spaventare chi si avvicina timidamente a Dio ma non si deve esagerare....basterebbe dire semplicemente la Verità perchè è la verità che conquista l'uomo non le illusioni di un gruppo perfetto in cui tutti si vogliono bene! San Paolo ci dice che oggi è difficile trovare una persona capace di sacrificare la propria vita per un fratello...lo diceva nel tempo storico in cui viveva ma questa frase va bene anche oggi. Chi di fatto si sente pronto a morire per salvare un fratello che appartiene alla propria comunità? Eppure vi dico che molte persone distanti dalla Chiesa sono state capaci di un simile gesto. Queste frasi non vogliono essere una critica ma una costatazione per una riflessione personale. Siamo cristiani ma non siamo perfetti, apparteniamo a un gruppo, ad un istituto, ad un cammino il cui carisma, ispirato dalla Spirito Santo, è perfetto ma le persone che compongono questi gruppi non sono perfette. Dove c'è l'uomo ci sono sempre dei problemi quindi non possiamo strappare l'abito ad un santo fondatore e far credere a chi si avvicina che è tutto è perfetto come nei sogni. è necessario che il neofita conosca Cristo e che noi siamo sinceri altrimenti, al primo problema, verremo subito screditati. Guardate che è terribile vedere una persona avvicinarsi ad un gruppo e poi andarsene via delusa perchè qualcuno le aveva detto che lì avrebbe trovato la pace, una famiglia perfetta pronta ad aiutarsi in tutto ecc.. Cristo non è venuto a portare la pace ma la spada e la divisione! La pace di Cristo non appartiene a questo mondo... con le facili illusioni screditiamo Cristo stesso.

martedì 16 agosto 2011

Se il chicco di grano non muore....4

Andiamo avanti.
La misura dell'amore è amare senza misura...
Alcune volte Dio ci chiede di fare una cosa anche piccola ma noi ci ritiriamo o perchè abbiamo paura, o perchè siamo stanchi o perchè semplicemente non ci va. "Signore tra 5 min arrivo!"... Gesù sa che i nostri 5 minuti possono trasformarsi in ore (magari!) ma Lui rimane in silenzio ad aspettare. Questo non fare la volontà di Dio produce in noi un senso di tristezza, di vuoto che piano piano si fa sentire sempre di più. Ecco perchè è importante un padre spirituale: ci può indicare la via per uscir fuori da questo vuoto.La vita è difficile così com'è se poi ce la complichiamo mettendo da parte Dio allora siamo proprio cocciuti! Non siamo capaci di dedicare del tempo a Dio, di morire ai nostri progetti immediati per dare retta a Cristo che desidera stare con noi. Magari stiamo cucinando e Dio ci chiama...: "Signore aspetta un attimo, finisco di cucinare e arrivo!".
Inizialmente amiamo Dio teneramente con un tremore leggero dell'anima, poi diventiamo coraggiosi e intransigenti: lo zelo per la tua casa mi divora; e infine impariamo ad amare in silenzio. In tutti e tre gli stadi la nostra preoccupazione principale è quella di far amare Dio, di non offenderlo e di difendere il Suo diritto di essere amato dalle Sue creature. Ovviamente sotto queste sublimi motivazioni ce ne sono altre meno edificanti che nascondono la superbia. Dio ama vedere il buono che c'è in noi per rispecchiarsi in esso...infatti sa che le scorie dannose saranno purificate col tempo e non ci si sofferma più di tanto...solo si impegna con noi a fare un'opera di bonifica.
Soffriamo molto quando vediamo che una persona non compie la volontà di Dio ma soffriamo ancora di più se vediamo che una persona spirituale va contro i Suoi piani. Cosa fare? Uno: essere umili; Due: chiedere con calma una spiegazione; Tre: fare silenzio; Quattro: morire! Siamo battezzati? Siamo soldati di Cristo? Siamo Chiesa? Seguiamo Gesù? Se così è, la nostra vita ha un motto: "morire per Cristo!". Quando Cristo ci dice di fare alcune cose e il superiore ce le nega, che possiamo fare? Mettiamoci in orazione: se Gesù ci dice di insistere andiamo avanti (sempre in accordo con il padre spirituale!), se Gesù rimane in silenzio, cosa facciamo? Niente...siamo di fronte a Pilato e rimaniamo in silenzio. Gesù poteva chiamare 12 legioni di Angeli per essere liberato ma non l'ha fatto! Anche nella nostra vita si devono compiere le scritture! Alcune volte Gesù ci toglierà le castagne dal fuoco ma altre volte dovremo accettare le situazioni così come sono continuando a pregare e a offrire. Per far questo occorre staccarsi da ciò che noi riteniamo sia lo zelo per la casa del Signore e astrarci per rimanere soli, inchiodati con Gesù sulla Croce...senza lamentarci, senza giudicare e in silenzio.  Non c'è altro da fare: la croce è croce e fa male, fa morire ma i suoi frutti sono eterni.
Lo zelo per la casa del Signore ci impegna a dare la nostra vita in riscatto di molti, ad unirci indissolubilmente al mistero Pasquale, a vivere la mistica passione della divina Passione di Cristo, a diventare mistiche ostie della divina Ostia per donarci a tutti.

Se il chicco di grano non muore...3

Eccoci al terzo post che tratta questo argomento... forse alcune delle parole che leggerete potrebbero risuonare un pò dure nelle vostre orecchie ma è proprio questo che deve accadere! Dobbiamo scontrarci realmente con le parole di Gesù, ribellerci, arrabbiarci, lamentarci e infine accettare che ciò che è scritto è la Verità...solo allora saremo capaci di dire: Signore da chi andremo? solo tu hai parole di vita eterna!
Seguire Gesù non è un gioco ed è Lui stesso che ce lo dice: "chi vuol seguire me prenda la sua croce e mi segua", "chi vuol salvare la propria vita la perderà e chi la perderà la troverà", "chi non odia il padre e la madre e persino la sua vita, non è degno di me" e se sbagliamo Gesù è sempre pronto a risollevare il nostro spirito anche con frasi dure " Vattene via satana! tu pensi secondo gli uomini e non secondo Dio!". Dio è misericordioso e buono, Dio è amore...ma questo amore è esigente, vuole le nostre attenzioni perchè infine desidera ardentemente renderci liberi, farci santi e immacolati per entrare nella gloria. Inizialmente sembra così facile seguire Gesù (potete dare un'occhiata al post dal titolo "il viaggio") ma poi ci si accorge che è un cammino difficile che non possiamo fare da soli: abbiamo bisogno di Dio e di un padre spirituale per non farci troppo male. Durante il secolo scorso, purtroppo, molti sacerdoti si sono soffermati a parlare del timore di Dio dandone una definizione forse errata, forse esagerata...parlavano spesso della morte, delle punizioni, dell'inferno ecc. Ora siamo passati, per "vendetta" o "riscatto", a parlare di un Dio misericordioso che giustifica tutto. Siamo passati dalla padella alla brace! Dio è amore e misericordia ma è anche giustizia e non ce lo dobbiamo dimenticare! Dio è giusto e compie ogni giustizia con misericordia. La croce, per quanto possiamo usare parole splendide per non turbare la gente, per non spaventarla, è sempre un martirio! Gesù non ci invita a fare una scampagnata! L'unica certezza che abbiamo è che seguiamo il Figlio di Dio avremo la vita eterna, ci sentiremo liberi, impareremo ad amare rettamente, sperimenteremo una gioia e una pace che non appartengono a questo mondo, in una parola: ci sentiremo beati già in questa vita terrena.
Ed ora un pò di esempi pratici.
Il capo ufficio vi fa irritare ma voi eroicamente rimanete in silenzio tenedovi però la rabbia dentro. Basta questo per morire a noi stessi? no! Questo è solo il primo passo e ci costa assai! Il secondo passo è lasciare che Gesù trasformi questa rabbia in gloria. Come? uno: parliamo con Gesù come ad un amico (non andiamo a lamentarci con gli altri colleghi!), lamentiamoci con Lui se ci fa sentire meglio e poi lasciamo che sia Lui a parlare e ad agire. Dio ci difenderà e ci aiuterà sempre, alcune volte risolverà i problemi, altre volte ci darà la forza e la pazienza per sopportarne il peso. Dio non ci abbandona mai! e ci dobbiamo credere!
Le sofferenze più grandi non le subiamo dagli estranei ma dalle persone che amiamo. Tranquilli Gesù ha subito anche questo: Giuda lo ha tradito con un bacio. Tutti ci soffermiamo su Giuda il traditore ma nessuno pensa alla madre di Giuda. Cosa avrà provato quella donna sapendo che il frutto del suo ventre di è dannato, condannato da solo? Che ha ucciso il Figlio di Dio e si è impiccato? Tremo di paura e angoscia al solo pensiero anche se so che il Signore le sarà stato accanto nel suo martirio. Il dolore di questa povera donna appartiene a tutte le madri che vedono morire i propri figli per la droga, l'alcool, che li vedono frequentare bande armate ecc. Vedere un figlio sfiorire e sentirsi impotenti. Queste sono croci enormi ma Gesù ci offre un'arma: la preghiera incessante e incensante: il profumo della nostra preghiera deve salire a Dio e ritornare come balsamo sulle ferite di questi nostri fratelli.

lunedì 15 agosto 2011

Se il chicco di grano non muore...2

Nel post precedente abbiamo visto che il primo passo da compiere per seguire Gesù è l'ascolto. Bene, quando ascoltiamo una persona cosa facciamo? qual'è la nostra predisposizione interiore?Qual'è il modo migliore per ascoltare? Sicuramente per ascoltare qualcuno che mi parla è necessario stare in silenzio altrimenti sarebbe impossibile capire e/o ricordarsi il discorso appena pronunciato. Secondo punto, è indispensabile impedire ai nostri pensieri di farsi avanti troppo presto perchè potremmo facilmente interrompere il discorso del nostro interlocutore senza lasciargli il tempo di sviscerare tutto il suo pensiero. Terzo punto: sbarrare la strada ai giudizi e non mascherarli con giustificazioni varie! Quarto punto: essere interessati veramente a ciò che ci dice l'altro anche e soprattutto quando siamo stanchi. Anzi direi che quando siamo stanchi faremo meglio a confessare la nostra stanchezza così da rimandare discorsi impegnativi in un altro momento...in questo caso la parola d'ordine è SINCERITA' sia con noi stessi che con il prossimo: non siamo perfetti e gli altri lo sanno...questo ci libera forse dalla tensione di voler dimostrare agli altri di essere perfetti a tutti i costi! Che mi importa infatti di sacrificarmi ad ascoltare qualcuno se poi per profonda stanchezza, dentro di me, lo giudico per tutto il tempo? Meglio lasciar perdere: moriamo all'idea di essere perfetti e di doverci o volerci presentare come tali al mondo!
Avete presente Samuele? Era notte, Samuele dormiva...ed ecco una voce lo chiama e Samuele si alza. Spesso il Signore ci chiama nella notte della nostra vita, nei momenti più bui... Samuele si alza, non aspetta, non dice: "arrivo tra 5 minuti", si alza subito...vuole sapere cosa vuole colui che lo sta chiamando. Quando stiamo in orazione siamo interessati a ciò che ci vuol dire Gesù? Siamo capaci di accettare i Suoi silenzi?  è inutile essere ipocriti: se il discorso ci piace va bene, lo ascoltiamo volentieri ma se è qualcos'altro allora cerchiamo di non comprometterci troppo e facciamo finta di niente. E i silenzi? Gesù fa silenzio o perchè noi siamo pieni di pensieri, o semplicemente perchè vuole stare con noi, o perchè non siamo pronti ad accogliere le Sue parole ecc. Non possiamo pretendere da Gesù una risposta immediata, non possiamo pretendere da Gesù ciò che non possiamo pretendere neanche dalle persone! Bisogna saper aspettare, avere pazienza e fare silenzio in noi per poter ascoltare i silenzi di Gesù, per poter amare anche quelli perchè è proprio il silenzio condiviso e accolto tra noi e Dio che ci lega indissolubilmente a Lui nell'amore. Giungere a dormire sulla barca di Pietro insieme a Gesù mentre tutt'intorno si scatena la bufera non è forse morire? Vi faccio una domanda? Quando è morto Pietro? Non intendo chiedere l'anno ma sapere se secondo voi è morto sulla croce o prima di salirvi. Secondo me è morto nel momento in cui Cristo si è presentato a lui facendogli capire che doveva andare a Roma a morire per Lui. In quel momento Pietro ha deciso di morire per Cristo ed è andato senza indugio! è andato senza ascoltare la paura, i pensieri, la carne...è andato perchè era già morto a se stesso per Cristo. I frutti di questa morte si vedono e si vedrano fino alla fine del mondo! Alla maggior parte di noi non sarà chiesta la morte fisica ma una purificazione nella mente e nella volontà che durerà tutta la vita. Morire a noi stessi non è un esercizio esclusivo della volontà, se così fosse sarebbe un atto inutile e nocivo....per morire a noi stessi ci serve un ingrediente: la Carità (1Cor. 13), senza di essa non si può fare nulla.

Se il chicco di grano non muore...1

Gesù nel Vangelo ci dice che chiunque cerca di salvare la propria vita la perderà e chi perderà la propria vita a causa del Vangelo la troverà (Matteo 16,25)....ma che cosa significa perdere la propria vita? Molti pensano che perdere la vita abbia a che fare solo con la morte fisica...la pensiamo così anche noi? Mi accorgo che troppo spesso non ricordiamo queste parole o le ricordiamo solo in casi eccezionali magari per mostrarci sapienti circa le parole del Vangelo...ma quanto viviamo questa indicazione di Gesù? Ci sono persone che pensano alla vita religiosa come una morte, difatti quando una donna entra in un monastero di clausura si pensa sia una "murata viva"! In effetti nel giorno dei voti c'è un momento in cui la persona si prostra a terra davanti a Dio e "muore" cioè lascia la vita di un tempo per entrare in una nuova vita. Se morire significasse o la morte fisica o entrare in un monastero, a rigor di logica, i matrimoni non esisterebebro più! Allora a cosa si riferisce Gesù quando parla di questa morte? "In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto."(Gv. 12,24). Da qui partono milioni di ipotesi: "bisogna morire a noi stessi!", "bisogna morire alle nostre passioni!" ecc. ma che cosa vuol dire in pratica? Spesso ci riempiamo la bocca di sante parole di cui non conosciamo il significato semplicemente perchè non ne abbiamo avuto esperienza ma Gesù ci dice: "«Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!" (Lc 11,46). Quando consigliamo a qualcuno che per seguire Cristo è necessario morire a se stessi senza spiegare cosa significhi, senza aiutarlo a portare la croce diventiamo come quei dottori della legge che lanciano il sasso e nascondono la mano! Tranquilli è umano, nessuno vuole portare un peso di questo genere, nessuno vuole la croce, nessuno (pochi), ahimè, vuole morire per Cristo! Si, ma cosa significa morire? Significa prima di tutto confrontarsi con Cristo ed essere consapevoli che non si tratta di un'ideologia, di una dottrina ma di una Persona diversa da noi, che ha un pensiero che spesso non coincide con il nostro! Per morire quindi bisogna imparare ad ascoltare. Il primo passo è quello di non dare troppa importanza ai pensieri che ci invadono la mente (questa è una "morte")e non è facile perchè siamo attaccati ai nostri pensieri come siamo anche attaccati alla nostra immagine. Abbiamo bisogno di sicurezze e le cerchiamo un pò in noi stessi (nei nostri pensieri) e un pò negli altri...sono sicurezze che costruiamo sulla sabbia e che ci rendono, in verità, molto fragili. Spesso ci reggiamo solo sulle nostre illusioni. "Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia.Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande". ( Mt.7,24-27)
é necessario costruire sulla roccia ma per farlo bisogna prima ascoltare la Parola e non i nostri pensieri! Ma qualcuno potrebbe chiedermi: "perchè è necessario morire?" Gesù ci dice che solo così porteremo frutto! "Se la situazione è questa allora non conviene seguire Gesù!" e in questo caso ti direi semplicemente "vai pure"...anche Gesù ha visto tante persone andare via perchè il suo linguaggio era considerato duro...anzi ha  chiesto agli Apostoli se volevano andarsene anche loro ma Pietro ha risposto per tutti dicendo: "Signore da chi andremo, solo tu hai parole di vita eterna!". Quante volte ci scoraggiamo! Seguire Gesù è difficile ma è proprio lui che in quel momento ci chiede: "vuoi lasciarmi? Vuoi andare via? Io non ti obbligo, ti amo solamente, lasciati amare da Me". Ci troviamo di fronte a Dio che ci "supplica" di lasciarci amare da Lui. Che facciamo? Signore da chi andremo, solo Tu hai parole di vita eterna! Beato te se senti uscire dalle tue labbra queste parole perchè nè la carne, nè il sangue, te le hanno rivelate ma è il Padre tuo che te le ha rivelate e tu le hai accolte come l'unica verità possibile! Dove vado? da chi vado? dov'è il luogo del mio riposo se non in Te? Sei il mio martirio e il mio amore....Teresa D'Avila racchiude efficacemente questo pensiero in una frase:"muoio perchè non muoio". Ci rendiamo conto di non essere in grado, anche volendo, persino a volte desiderandolo, di lasciare Cristo e questo non perchè abbiamo paura dell'inferno o delle punizioni ecc. ma perchè il Padre ci ha rivelato qualcosa che non possiamo ignorare, un qualcosa che grida dentro di noi, che ci dà la forza sempre di andare avanti.

Il viaggio

Mano a mano che si procede nel cammino spirituale Gesù ci fa la grazia di renderci un pochino più consapevoli dei nostri peccati e delle conseguenze legate ad essi … ogni peccato lascia una ferita o almeno una traccia del suo passaggio anche minima ma c’è! Gesù dopo averci deliziati con i suoi discorsi, le sue carezze spirituali, il suo profumo che sa di buono di vero, ci propone un viaggio alla scoperta di noi stessi. Pensi di avere Gesù dalla tua parte, che non vedi l’ora di partire e intanto vedi Gesù che si prepara per il viaggio con calma cercando di non lasciare nulla di importante. Immaginatevi un genitore che annuncia al figlio di volerlo portare a Parigi all’EuroDisney! Il bambino non vede l’ora di partire e freme, non ci dorme la notte, lo dice a tutti … insomma la gioia prende il sopravvento. Il genitore cosa fa? Gioisce della gioia del figlio ma comincia prudentemente a fare i bagagli per non lasciare nulla a casa che possa servire per il viaggio. Gesù prepara la sua valigia con calma … noi invece siamo così elettrizzati che potremmo camminare anche scalzi sulla sabbia rovente! Una volta pronto, Gesù si alza e ci dice: “Andiamo!”. Che  bello! Cosa andiamo a vedere subito? Anzi ti porto io in un bel posto! Ecco che portiamo il nostro Gesù nei posti che crediamo siano i più belli … i luoghi in cui pensiamo esserci le nostre virtù eroiche! È  strano ma questi luoghi visitati con Gesù assumono una fisionomia diversa … sembra ci sia un sottofondo che disturba,  che lascia solo dell’amaro in bocca … eppure quando ci camminavamo da soli sembravano così belli! Continuiamo a portare Gesù nei posti più belli e alle volte, nonostante questa amarezza sempre presente, vediamo che Gesù ci sorride. Ci rinfranchiamo, prendiamo coraggio e andiamo avanti. Il cammino a lungo andare diventa faticoso, pesante, si cominciano a vedere luoghi che non ci piacciono eppure è proprio in quei posti che Gesù si ferma per fare miracoli. Anzi alle volte intravediamo posti molto bui che ci fanno paura e Gesù deve giocarsi tutte le carte migliori per convincerci ad andare con Lui! Ogni tanto troviamo un po’ di ristoro, ci fermiamo e poi ricominciamo ad andare: Gesù deve compiere la sua opera e non può stare troppo tempo in uno stesso luogo! Cominciamo ad avere sete, tutto intorno a noi diventa un deserto. Ciò che ci dissetava prima: la consapevolezza di aver agito bene, le presunte le virtù eroiche, tutto ciò che di buono pensavamo essere in noi, non ci disseta … ci sentiamo come San Paolo quando gli caddero le croste dagli occhi e vediamo finalmente la realtà: un deserto intorno a noi. Ma Gesù ha portato l’acqua! Ce ne dà poca per volta perché dobbiamo continuare il viaggio. La situazione si fa stressante: i cimiteri degli egiziani forse non sono abbastanza grandi anche per noi che ci porti nel deserto a morire? Si, ce la prendiamo con Gesù, siamo contrariati … non capiamo il senso di questo viaggio e siamo tentati di tornare indietro! Ecco Satana che avanza:  dì che queste pietre diventino pane! Se mi adorerai ti darò tutto quello che vuoi, tu non sei un deserto, in fin de conti non hai mai ucciso nessuno, se mi segui Lui non se la prenderà! Vieni con me e lascia Gesù, non vedi che sei un peso: ogni volta ti deve convincere ad andare dove tu non vuoi, gli fai perdere tempo! Quando ci si mette il maligno è terribile! Non è facile seguire Gesù! “Va bene Gesù, ti seguo ma ora facciamo a modo mio, ti porto io in un posto”. Gesù, docile, acconsente. Mentre camminiamo però cominciamo a pensare … un pensiero si trasforma facilmente in 1000 pensieri diversi, se prima camminavamo spediti ora cominciamo ad accusare i colpi! I pensieri si accavallano, cerchiamo di lottare con loro attraverso un monologo che crediamo non sia seguito da Gesù. Lui è sempre lì accanto a noi, cammina con tranquillità, è sereno, noi invece siamo nel caos più totale, ci ripieghiamo nei nostri pensieri e veniamo travolti da  una tempesta e allora gridiamo: “Signore non ti importa che sto morendo?”, “Donna di poca fede!” e la tempesta svanisce in un lampo! Guardiamo il nostro Gesù, ci sembra ancora più bello di prima … camminiamo e non ci importa dove stiamo andando perché stiamo guardando Gesù. Una voce ci distrae, è il mondo con le sue lusinghe, le sue storie allettanti, la sue comodità. Distogliamo facilmente lo sguardo da Colui che è stato trafitto per noi e sorridiamo al mondo. Si, sorridiamo al mondo che ha ucciso il Figlio di Dio e quando ce ne rendiamo conto siamo già una preda facile per il maligno che ci attacca senza mezze misure e mentre stiamo affondando nel mare dei peccati,dei sensi di colpa, della vergogna  e della paura gridiamo: Signore salvami! “Donna di poca fede perché hai dubitato?”. Piano, piano ci rendiamo conto di come questo viaggio si sia trasformato in un lavoro di bonifica. Una volta capito questo ci rimbocchiamo le maniche  e decidiamo di aiutare Gesù nel suo lavoro. “Eccomi Gesù: ho capito cosa devo fare! Vado io da quella parte, Tu puoi aspettarmi qui…faccio in un lampo!” e Gesù acconsente. Torniamo trionfanti e Gesù ci dice: “Ho visto Satana cadere con tutti i suoi aiutanti aguzzini!”. “Vedi ci sono riuscita! Ora voglio andare da quella parte” “lascia perdere non è il momento giusto!” “ma si, non ti preoccupare: vado e torno!”…Gesù ci lascia fare… torniamo malconci e Gesù ci dice: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi ed io vi ristorerò”.”La prossima volta vieni con me così stiamo sicuri. Andiamo da quella parte” “non è bene… ma facciamo come vuoi tu”. Ci ritroviamo con un altro insuccesso e questa volta ci pesa assai perché Gesù era venuto con noi! La sabbia su cui camminavamo diventa terra dura, arida! Abbiamo sete…in terra ci sono delle spaccature: “Cosa sono Gesù?” , “Sono le ferite causate dai peccati!”…Gesù le guarda e piange… ogni sua lacrima deterge questa terra arida…tra me e me penso che ce ne vorrebbero tante per richiudere quelle voraggini! Gesù continua a piangere. Piango anche io… una voce mi sibila all’orecchio: “se la vita è un pianto continuo allora a cosa serve? Ci sono tante persone che si divertono e tu piangi? Lascia perdere, stacca la spina…tanto Gesù capirà…non dà mai pesi superiori alle tue forze e ora sei stanca, triste, sconsolata, hai bisogno di riposarti…dopo se vuoi potrai continuare con tranquillità”. Ah le seduzioni del maligno!!! Così allettanti, così avvolgenti! Gesù continua a camminare e a piangere e noi dietro di Lui. Tanto anche se cadiamo nella tentazione, una volta ritornati in noi stessi, lo ritroviamo dove lo abbiamo lasciato.
Ecco un altro posto da esplorare: voglio farla finita! Ora basta rasiamo tutto a zero, anzi: Gesù vuoi che ordini ai fulmini di cadere e di incenerire tutto così facciamo prima?” “Oh figlia del tuono, quando imparerai?Non tutto deve essere demolito, ci sono infatti delle cose buone su cui germoglierà la mia Parola, lasciami fare per una volta!”.
“Ma Gesù queste fessure/ferite del terreno dove portano? Vedo luci e ombre…sono curiosa!”. Portano alla parte più intima del tuo io ferito. Cominciamo ad esplorarle ma presto ci rendiamo conto che ogni ferita arriva ad un punto in cui si trova una ferita più profonda, una ferita che fa male veramente perché ha colpito la psiche, il corpo e lo spirito … da qui partono tutte le altre ferite.  Gesù ci ferma, solo Lui può toccare  quella ferita, solo Lui può sanarla con il Suo Amore… a noi spetta di rimanere lì, alle porte di questo sepolcro, sapendo che dietro quella pietra c’è un cadavere che aspetta di essere risuscitato. Ognuno di noi ha una ferita così e in questo caso non mi riferisco al peccato originale o alle sue conseguenze. Conviviamo con un cadavere che aspetta di essere svelato, risuscitato e amato. Mentre aspettiamo non ci resta che contemplare il nostro Gesù che guarda insieme a noi quella pietra….Lui vede la Sua gloria in noi e noi vediamo solo una pietra. Se lasciamo che Gesù ci lavori, quella ferita diventerà una fonte di acqua viva, quel sepolcro diventerà il tempio del nostro Signore, da lì lo Spirito Santo pregherà con gemiti inesprimibili …. il luogo più buio della nostra anima diventerà la Gloria di Dio in noi.

martedì 26 luglio 2011

la preghiera

La preghiera è un dialogo intimo costituito per lo più da silenzi che hanno un significato profondo e trasformante nella vita del credente...questa "trasformazione" è l'unico modo che abbiamo per sapere se abbiamo dialogato con Dio. Se non c'è un cambiamento anche piccolo nella vita spirituale, possiamo presumere di aver recitato un monologo o un dialogo con un Dio illusorio o un dialogo con un dio creato da noi. 
Il dialogo con Dio ci trasforma: questa è una dimostrazione pratica della Sua esistenza e della Sua presenza nella storia di ognuno di noi.

mercoledì 20 luglio 2011

Gratitudine


Mi sono accorta di non vivere a pieno la gratitudine (è un passo in avanti!), mi sono chiesta se, nonostante le situazioni delicate che ho affrontato con Cristo, mi sia mai sentita grata della Sua presenza, di tutto ciò che mi dona ogni giorno ecc. Certo qualcuno potrebbe dire che esistono le preghiere del mattino in cui si offre a Cristo tutta la giornata e si ringrazia per aver aperto gli occhi al nuovo giorno ... e le preghiere della sera in cui si ringrazia Dio per ciò che abbiamo ricevuto … ma quanto siamo convinti di quello che pronunciamo con le labbra? “questo popolo mi onora con le labbra …”. Perché non siamo capaci di ringraziare Dio con il cuore? Analizziamo come ci comportiamo con le persone. Uno dei problemi di fondo è che secondo me diamo troppe cose come fossero scontate:  vi sarà capitato di cercare una penna per scrivere una cosa importante ma in quel momento non si trova perché è nascosta in una borsa che farebbe invidia a Mary Poppins! Ecco che in quel momento arriva qualcuno che ti offre una penna, la prendiamo iniziamo a scrivere … alcune volte pronunciamo un grazie automatico senza pensare che quella persona per arrivare a prestare la sua penna, sarà stata attenta nell’osservare cosa stavamo cercando, si sarà messa nei nostri panni, avrà pensato: “io ce l’ho: ora gliela presto!”(ad essere cattivelli, alcuni potrebbero aggiungere “speriamo che non me la freghi!”), avrà cercato la sua penna nel taschino o nella borsa per portarcela: insomma avrà dedicato un po’ di tempo solo a noi! Sembra una cosa banale, anzi spesso avviene tutto automaticamente eppure qui troviamo il riconoscimento di un piccolo bisogno e lo sforzo da parte di un “tu” di risolvere il problema. In una società come la nostra possiamo dare per scontate queste piccole azioni? NO! Certo non intendo dire che dobbiamo inchinarci di fronte ad una persona che ci presta la penna, ma che sarebbe bello sentirsi grati anche per queste piccole cose! Se non dessimo tutto per scontato forse faremo esperienza della gratitudine. Ovviamente è più facile essere grati ad una persona che ci dà da mangiare quando siamo affamati, ma dobbiamo aspettare di vivere una condizione del genere per essere grati, cioè essere felici? Si, perché la gratitudine ci riempie, ci fa sentire felici. Perché? Quante volte ci sentiamo come fantasmi in un chiassoso deserto pieno di asfalto, claxon, luci,palazzi, voci, musi lunghi, pensieri sospesi ecc … in cui l’uomo diventa una cosa tra le cose … non si guarda più l’altro come possibile fonte di scambio di opinioni, ma come un problema in più da risolvere e quindi da allontanare! Quante volte ci sarà capitato di cambiare strategicamente strada per non incontrare un conoscente che sta vivendo una situazione difficile pensando: “ho troppi problemi io, non mi posso caricare del modo intero! Troverà qualcun altro!” Detta così sembra veramente una brutta cosa ma anche le persone migliori probabilmente avranno fatto un pensierino di questo genere! Arriviamo persino a non chiedere aiuto alle persone perché abbiamo paura che insieme all’aiuto arrivi anche qualche peso in più da portare per loro! E poi vale sempre il detto” chi fa da sé fa per tre” e quindi ci priviamo appositamente di dover ringraziare qualcuno! Bè allora cosa dovremo fare? Dovremo uscire dalla logica che a volte ci sembra giusta del “faccio tutto io” e dare occasioni all’altro di poter vivere una carità gratuita. Se Gesù ha detto che non mancherà una ricompensa a chi darà da bere anche solo un bicchiere d’acqua a qualcuno, sono sicura che darà una ricompensa anche a chi ci presta una penna! Dio non dà nulla per scontato e contempla ogni nostro piccolo atto di carità per riposarsi in esso. Com’è felice Gesù di vedere che gli uomini si aiutano, si amano nelle piccole cose di ogni giorno! Ogni volta che chiediamo aiuto ad una persona o doniamo il nostro tempo a qualcuno alla fine ci sentiamo felici un po’ come la parabola dei due figli: quello che va a lavorare nel campo pur non volendo farlo tornerà a casa contento (anche se non è scritto)perché ha fatto la cosa giusta, perché vive nella verità, nel bene.  È bello inoltre sentirsi grati perché non ci si sente soli, ci si sente parte di un qualcosa, la gratitudine crea legami importanti tra le persone. La società moderna tende a disperdere e a rompere i legami… e Gesù disse: “quando colpiranno il pastore le pecore si disperderanno ma poi riunitevi, mi troverete in Galilea!” Quando non c’è l’amore c’è dispersione, allora anche un piccolo grazie detto con il cuore e accompagnato da un bel sorriso, può favorire un’unione.

Ambiguità

Se c’è qualcosa che non sopporto è l’ambiguità nei rapporti tra le persone e tra noi e Dio! Anche le persone migliori possono cadere nel vortice dell’ambiguità! L’ambiguità non è sempre facile da scoprire soprattutto quando si vive un rapporto di amicizia o di fiducia con le persone … veramente è un serpente viscido che agisce nell’oscurità e se non viene scoperto può creare parecchi danni! Probabilmente vi sarà capitato dopo una discussione con un amico di sentire un malessere a cui non siete riusciti a dare un nome … cosa fate? Di solito si cerca di non pensarci più, di lasciar correre ma poi cosa accade? Succede che ogni volta che pensate a quella persona sentite nuovamente quel disagio che si può esprimere in atteggiamenti di frustrazione, stanchezza e addirittura, in certi casi, persino rabbia. La cosa strana è che alle volte non ce ne rendiamo neanche conto: sentiamo quel disagio ma non lo colleghiamo subito alla persona, e proprio per questo andiamo in tilt magari rispondendo male ad un'altra persona che non c'entra niente! Da che cosa dipende questo disagio? Dall’ultima discussione avuta? Certo può essere questo ma spesso dipende da qualcosa che serpeggia in germe da tanto tempo, da una mancanza di chiarezza  che abbiamo lasciato agire indisturbata fino a quando ci ha messi nel sacco! Se dovessi fare un resoconto di tutte le volte che ho vissuto situazioni simili penso che riempirei un libro sull’argomento! Mi piace però condividere con chi legge questo diario alcuni episodi che forse possono essere d’aiuto per uscire fuori dall’impasse che si crea in questi casi. Ad esempio può capitare di avere incomprensioni con il proprio direttore spirituale, queste a volte sono suscitate dal maligno che cerca di farci screditare il superiore per allontanarci e spingerci nel “deserto", nell’illusione di poter fare un cammino spirituale da soli; altre volte queste incomprensioni servono sia a noi che al superiore per crescere nella santità: a questo proposito mi viene in mente la famosa discussione di S. Paolo con S. Pietro …  povero Pietro: che figuraccia! Altre volte queste comprensioni sono dettate da proprie mancanze. Ad esempio quando non riveliamo tutto al superiore oppure quando ci ostiniamo ad avere ragione chiudendoci nella superbia. A volte ancora può capitare che il superiore non sia tanto illuminato perché sta affrontando una situazione difficile, in fin de conti è un essere umano anche lui! Può capitare  però  qualcosa di diverso: un comportamento, una parola di troppo possono di sovente far sorgere nel superiore e anche in noi un giudizio, un’osservazione sull’altro. Quando ritroviamo quella persona in noi scatta un meccanismo che ci ripropone lo stesso pensiero del tipo: “stai attento a ciò che dici!”oppure “questa persona ha reagito così quindi posso presumere che lo farà nuovamente”… insomma pensieri che sembrano dettati dalla prudenza ma che invece nascondono un ambiguità di fondo che porta alla sfiducia nell’altro. Questi giudizi/opinioni dipendono in larga misura dalla forse troppa stima nei nostri confronti!
 Perché accade tutto questo? Perché non siamo chiari: se notiamo un comportamento che non capiamo o sentiamo una parola strana dovremo staccarci dalla situazione (nel senso che non dovremo far uscire le nostre passioni)  e chiedere subito o appena possibile una spiegazione. Se lasciamo passare troppo tempo rimaniamo fregati perché quell’avvertimento, quel pensiero “prudente” o meglio “imprudente” si trasformerà in un pensiero ossessivo che gironzolerà libero ogni volta che vedremo quella persona. Peggio ancora se non ne siamo consapevoli e ci abituiamo ad abitare con questo disagio. Più passa il tempo e più quel pensiero si cementerà nella nostra mente rendendo difficile una via d’uscita dalla situazione.
La carità (preventiva) deve precedere i rapporti interpersonali e portare ad un sano distacco. Dobbiamo attaccarci alla carità e non alle persone o meglio unirci alle persone nella carità. Il bene che proviamo per le persone deve essere dettato dalla carità e non dalle passioni del momento. Le passioni sono come le maree che vanno e vengono, la carità resta sempre, è una forza che cresce in noi se noi ci lasciamo plasmare da essa. L’amicizia non può avere una finalità "personalista" ma sempre la carità. Non deve assecondare le mie maree!  Non posso pretendere che gli altri mi comprendano in tutto, non posso pretendere che entrino nella mia testa né io posso entrare nella loro. In definitiva l’amore è una grazia che comporta anche uno sforzo ma non si tratta solo di un atto di volontà. Dobbiamo tenerci lontani da tutto ciò che può risvegliare le passioni e i nostri sensi solo così la nostra casa sarà pacificata (S Giovanni della Croce insegna!) 

Il deserto dell'obbedienza

Nel mondo non esiste un deserto più grande della nostra anima in cerca di Dio! Qual è la causa di questo deserto? Il peccato. Quale la sua risposta (la via di uscita)? Arrendersi all’Amore di Dio.
Non sopporto il deserto perché non sopporto il chiasso della mia mente, il frastuono dei desideri, il rumore delle passioni, il languore dei sogni irrealizzabili … allora forse è per questo che amo vivere in città perché il chiasso dei claxon, degli spazzini di notte, della gente, delle musiche psichedeliche mi allontanano da me stessa, da quel silenzio assordante che devasta la mia anima! Ci credo che quel poveretto nel Vangelo sia dovuto salire su un albero molto alto (un sicomoro) per poter vedere una via d’uscita! Alla fine il chiasso della città con la sua illusione di portarti via non funziona più … due sono le possibilità (sono un po’ estremista) : o ti dai alla droga e all’alcol e ai vizi o ritorni in te stesso affrontando il deserto.
Ma perché il deserto ci fa tanta paura? Perché non c’è acqua, non c’è cibo, fa caldo di giorno e poi, la sera fa molto freddo; non c’è corrente elettrica, non c’è il telefono, non c’è internet! Insomma non c’è niente. In realtà c’è solo una persona: te stesso. Credo ci sia anche un’altra paura più grande: quella di morire senza essere ritrovati da nessuno … nessuno ci cercherebbe in un deserto perché avrebbe paura di morire anche lui!  Se fosse così si diventerebbe pazzi in poco tempo.  Per un po’ la nostra vita da convertiti è un entrare e uscire dal deserto perché abbiamo bisogno del gusto ma mano a mano sentiamo un bisogno più grande: quello di trovare la verità. Se ci facciamo caso quando ci capita qualcosa in cui non troviamo la verità improvvisamente crolliamo … detta così non è facile capire ciò di cui sto parlando allora farò un esempio. Mettiamo caso che il superiore dica ad un monaco di fare una cosa che non ha senso, che lo fa soffrire e che gli impone di lasciare un incarico importante non tanto per lui ma per le anime che incontra. Dov’è la verità in tutto questo? Sicuramente mi rispondereste che la verità è nell’obbedienza al superiore a meno che il superiore non mi imponga di andare contro il Vangelo! Ma, miei cari, l’obbedienza spicciola, in questo caso, diventa un puro atto ascetico che prima o poi ci farà crollare! Abbiamo bisogno della verità! Non serve sentirsi dire che a Cristo non gli serve nulla di ciò che abbiamo fatto con fatica!  Inoltre  acquieta appena il pensiero evangelico del servo inutile! Se una persona pensasse di essere inutile allora non farebbe niente non credete? Direbbe tra sé : “chi me lo fa fare tanto non serve a niente, tanto sono un servo inutile!”. Certo qui bisogna specificare meglio questa saggia parola evangelica che ci invita soprattutto a non essere attaccati alle posizioni sociali, ai lavori importanti ecc. L’uomo infatti ha una capacità unitiva che lo spinge appunto ad unirsi alle cose, alle persone ad un ideale, a Dio. L’uomo spirituale cerca quest’ultima unione ma deve fare i conti con se stesso, con il proprio deserto interiore! Usando un termine improprio potremo dire che siamo disgregati in noi stessi a causa del peccato e che quindi non siamo capaci di vivere in equilibrio: anche un filo di aria fredda ci può turbare! Se ci uniamo alle cose del mondo  diventeremo schiavi di esse, se ci uniamo ad una persona diventeremo schiavi della persona, se ci uniamo a Dio diventiamo suoi amici (Vangelo non vi ho chiamato schiavi ma amici), anzi, in virtù del battesimo diventiamo Suoi figli! La differenza è abissale …  Paradossalmente unirsi a Dio sembra la misura più umana per poter  trovare un equilibrio in noi stessi.
L’obbedienza non può trasformarsi in un esclusivo atto ascetico perché si poggerebbe solo sull’intelletto e sulla volontà! “Il superiore è buono, vuole il bene per me quindi mi dice di fare solo cose buone che piacciono a Cristo insomma: lo seguo!”  quanto può durare? Mi viene in mente un fraticello che dopo aver abbandonato tutto per seguire S. Francesco cominciò a perdere colpi: da più giorni Francesco si era accorto che quel suo fratello stava male e aspettava di poter parlare con lui. Un giorno il fraticello andò da Francesco e tutto triste in volto gli disse che aveva faticato tantissimo, che si adoperava ogni giorno per gli altri, che cercava di lavorare ogni giorno con sempre maggior solerzia ma che si sentiva triste, non capiva il senso del suo agire … in pratica era crollato! Francesco gli sorrise e gli fece capire che ogni nostra azione non deve essere guidata da regole umane ma da una regola fondamentale e cioè l’Amore. Non importa ciò che si fa ma importa l’Amore con cui compi l’azione … l’azione infatti si perde nel tempo ma l’Amore riamane in eterno e se l’uomo è capace anche di dimenticare l’amore, Dio non lo dimentica mai!
Insomma praticamente il dialogo con le persone divine diventa la fonte principale da cui trarre il senso, la verità in tutto ciò che facciamo ogni giorno e questo dialogo avviene principalmente nel deserto! Il senso non te lo può dare il mondo e neanche il superiore anche se santissimo ai nostri occhi! Il senso te lo può dare solo Dio. E quando Dio non si fa sentire? Insomma mi trovo a fare una cosa che non capisco perché me l’ha chiesta il superiore e quindi devo obbedire … chiedo consiglio a Cristo ma non mi risponde … cosa devo fare? Se non trovo la verità in ciò che faccio come posso sostenere il peso di questa obbedienza? Senza una verità ultima condivisa, l’obbedienza diventa un macigno insostenibile! Cosa faccio? Per prima cosa scrollati di dosso il macigno, non lo devi portare tu ma Cristo! Vai da Gesù e digli semplicemente: “mi hanno dato questo ma per me è troppo pesante: aiutami Tu!”. Seconda cosa: non cercare di trovare una risposta intellettualmente: ti sfiancheresti! Ok, allora cosa faccio? Segui il superiore, bussa alla porta fin quando Cristo ti aprirà e riposati nel pensiero che la Verità, prima o poi, uscirà fuori. Non siamo noi a stabilire i tempi in cui Dio può farci capire la verità, né dobbiamo desiderare di trovarla velocemente e dirò qualcosa in più: non dovremo desiderare neanche di vederla! Abbiamo fede nella Verità? Allora la Verità entrerà nella nostra piccola storia anche se noi saremo già morti da anni! L’importante non è avere la soddisfazione di avere ragione ma di vedere che la Verità venga alla luce nel cuore degli uomini anche se questa Verità sia contraria al nostro minuscolo pensiero! Cristo ha vinto il mondo, ha vinto il nostro superiore e ha vinto noi! Cristo è Re, è un vincente e vince anche ogni giorno attraverso il nostro “SI” al superiore. Facciamo esperienza di Dio e ricreiamoci nella certezza del suo Amore per noi: questo Amore è l’unica verità degna di essere seguita, amata, adorata e contemplata. L’Amore ci libererà da tutti i legami che conducono  alla schiavitù e ci libererà da noi stessi! Questa non è più una speranza ma una certezza! Sull’Amore si fonda la fede, sull’Amore si fonda la speranza, la carità, la povertà , la castità e l’obbedienza! Se distogliamo il nostro sguardo, il nostro intelletto, la nostra volontà  dall’Amore, allora tutto quello che faremo rimarrà un atto sterile, un sacrificio vano, inutile, un’ascesi direi stoica e senza senso.
In definitiva quel deserto, di cui inizialmente avevamo paura, è l’unico luogo in cui è possibile un dialogo autentico e intimo con Dio. Una volta tolto il peso dell’obbedienza, il peso dei nostri pensieri, dei nostri perché, della nostra ribellione, dei sensi di colpa, della vergogna per aver pensato male del superiore … insomma, una volta tolto tutto, cosa rimane? Il silenzio, resti solo con Dio solo, un Dio che fino a quel momento cercavo ma che non vedevo perché ero troppo impegnato a guardare i miei pensieri! Eccolo lì, c’è sempre stato eppure io non lo vedevo … “venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi ed Io vi ristorerò il mio gioco infatti è dolce e il mio carico leggero” . Dopo aver fatto questa esperienza cosa mi importa del mondo, di ciò che devo fare o di chi più ne ha più ne metta? Rimani assorbito in Dio tanto che ti dimentichi di te stesso, dei tuoi sogni, dei tuoi desideri, di tutto! A questo punto chi ti può fermare? Nessuno! Farai tutto con Amore e per Amore di Lui e se qualche pensiero ti dovesse affiorare lo farai tacere dicendo che la Verità è il fine ultimo della vita, che la Verità metterà il punto su ogni cosa, che la Verità ha già vinto e che tu non ti devi occupare di dimostrarlo perché la Verità si dimostra da sola, ha la sua forza in se stessa. Pace, pace,  pace solo così saremo uomini di pace, solo così saremo miti ed erediteremo la terra, solo così saremo capaci di vivere le beatitudini. La nostra casa sarà pacificata e rimarrà tale in eterno.
L’unica verità  che rende umano il nostro vivere sulla terra è essere soli con Dio solo.

lunedì 13 giugno 2011

Il binario

Oggi un sacerdote mi ha proposto una metafora molto interessante e mi ha chiesto di meditarla ogni giorno... ha iniziato il racconto chiedendomi: hai presente un treno? si. Hai presente su che cosa viaggia? Su un binario formato da due rotaie! Se una rotaia si rompe il treno deraglia, cioè esce fuori dalle rotaie. Lo stesso accade a noi! Noi siamo questo treno che  procede su un binario, le due rotaie rappresentano la fede in Dio e la fiducia in noi stessi. Se una delle rotaie si rompe noi perdiamo l'equilibrio e ci "ammaliamo" anche psicologicamente. E' importante avere fede in Dio ma è anche importante avere fiducia in se stessi in quanto siamo figli di Dio! Se le rotaie sono in buono stato allora potremo affrontare tutti i problemi della vita con serenità, ma se le rotaie cedono allora significa che non stiamo vivendo la pace.
Mi viene in mente che Gesù consigliava a gli apostoli di entrare nelle case e di dire "Pace" e anche Lui, dopo essere Risorto entrò nel Cenacolo dicendo "Pace a voi". Il Signore sa che abbiamo bisogno di pace, di una pace che può darci solo Lui perchè il mondo non la conosce e non la possiede....vi lascio la pace, vi dò la mia pace... non come la dà il mondo... Io la dò a voi! Grazie Signore Gesù...

lunedì 23 maggio 2011

Il martirio 2

Mi rendo conto che per scrivere su questioni così delicate ci vorrebbe una competenza che io non possiedo e anche uno studio molto approfondito...quindi mi limito esclusivamente a condividere i miei pensieri e il mio vissuto spirituale. Dopo questa premessa mi sento più libera di aggiungere alcune cose sull'argomento in questione! Alla fine del post precedente mi sono soffermata sul martirio non cruento che ho suddiviso in fisico, psicologico e spirituale. Questa suddivisione nella realtà non è così netta perchè l'uomo è uno spirito psicosomatizzato quindi queste tre forme di martirio non possono essere scollegate completamente tra loro.
Del martirio fisico quotidiano ho dato alcuni esempi ma ce ne sarebbero molti altri ad esempio come cristiani siamo chiamati a fare, ogni tanto, un pò di digiuno che è sempre un sacrificio che per certe persone può trasformarsi in martirio! Abbiamo l'osservanza (le preghiere, le azioni che il direttore spirituale ci indica di fare per il nostro cammino spirituale) ecc...Certo sono cose belle e sante ma richiedono uno sforzo fisico( e anche della volontà!)! Del resto Cristo, venendo sulla terra, non se ne è rimasto a casa beato e tranquillo! Anzi, da quello che mi risulta, si è fatto una lunga passeggiata per annunciare a tutti il Regno di Dio! Insomma di esempi ne abbiamo quanti ne vogliamo!
Il martirio che riguarda la psiche lo subiamo in continuazione! Qui bisognerebbe fare un'altra suddivisione e parlare del martirio intellettuale, del martirio che subiamo a livello emotivo ecc. ma non credo di esserne all'altezza! Però posso tentare di semplificare l'argomento facendo alcuni esempi:
- vi viene in mente una buona idea da poter realizzare per dare gloria a Dio ma dovete rinunciare subito al progetto perchè il vostro superiore (capo ufficio, marito, moglie ecc) ve la boccia;
- sentite il desiderio di raggiungere Dio esclusivamente con l'intelletto per poter convincere tutti che Gesù è la Via, la Verità, la Vita ma facendo questo sentite di combattere contro i mulini a vento ed entrate in un buio anche spirituale!
- non poter condividere la fede con le persone che ami perchè ti osteggiano in ogni cosa che riguardi la fede (è anche un martirio spirituale!);
- essere obbligati a svolgere un lavoro intellettivo che pensiamo non sia utile;
- a volte ci sentiamo invasi da pensieri ossessivi il cui contenuto appare ragionevole...sono i pensieri peggiori che piano piano ci catapultano in un vortice senza uscita:
- ecc., ecc., ecc...
Con il passare del tempo ci rendiamo conto che l'unica via possibile per sentirci liberi è donare i nostri pensieri e i desideri a Cristo. Quando fai un regalo ad una persona, il regalo resta alla persona e a te rimane solo il ricordo di aver fatto quel regalo...così avviene anche nella vita spirituale: se doniamo a Cristo i nostri sogni, i nostri pensieri ossessivi ecco che di essi ne rimane solo il ricordo! è un prezzo alto da pagare perchè siamo molto attaccati ai nostri desideri ma solo donandoli possiamo sentirci liberi.
Per quanto riguarda le emozioni e l'affettività ho già scritto alcune cose quindi non mi sento, per ora, di aggiungere altro.

Il martirio 1

Di solito è uso comune associare questa parola ai santi di Dio. Quando si parla di martirio si è portati a pensare al martirio rosso (morire per Cristo) ma esiste anche un martirio non cruento.
Ci sono persone che darebbero subito la vita per salvare qualcuno ma se gli viene chiesto qualcos'altro si chiudono in se stesse dicendo che è troppo per loro! In realtà il martirio rosso ne presuppone uno bianco!
Nel cattolicesimo vengono individuati tre tipi di martirio:
  • il martirio bianco
  • il martirio verde
  • il martirio rosso
Il martirio bianco consiste nell'abbandono di tutto ciò che un uomo ama a causa di Dio.
Il martirio verde consiste nel liberarsi per mezzo del digiuno e della fatica dai propri desideri malvagi, o nel soffrire angustie di penitenza e conversione.
Ill martirio rosso consiste nel sopportare la Croce o la morte a causa di Gesù Cristo (Omelia irlandese del VII secolo)
Il martirio rosso è stato considerato in passato il vero battesimo, purificatore di ogni peccato: subendo il martirio la santità era assicurata, non potendo più peccare.
http://it.wikipedia.org/wiki/Martirio_cristiano
Se accettiamo questa piccola definizione presa da Wikipedia (l'ho presa lì per comodità e anche perchè non mi serviva una definizione precisa per ciò che devo scrivere), credo sia sensato affermare che il martirio rosso sia la conseguenza "logica" del martirio bianco e di quello verde! Ovviamente è necessario specificare che lasciare tutto ciò che si ama a causa di Dio non significa non amare le persone che ci sono vicine ma anzi significa amarle di più perchè, purificando il nostro amore in Dio, saremo più liberi di manifestare con semplicità la carità. I Comandamenti, le dieci Parole, ci insegnano che bisogna amare Dio e poi il prossimo come noi stessi! Cristo ci dà infine un comandamento nuovo: Amatevi gli uni gli altri come Io ho amato voi. La vita del cristiano dovrebbe essere una vita vissuta per amore, con amore e nell'amore di Dio.
Fin qui sembra allettante! Ma ci dimentichiamo spesso che la sorgente del martirio è proprio l'Amore di Dio in noi.
L'incontro personale con Cristo ci colpisce intimamente e profondamente tanto che la persona intuisce in sè che la vita non sarà più la stessa. Se provate a chiedere ad un cristiano come ha ricevuto il dono della conversione, vi parlerà della sua vita prima di Cristo e dopo l'incontro con Cristo!
Avere una coscienza filiale (sapere di essere figli del Padre Celeste), essere consapevoli di essere inabitati dalla Santissima Trinità (è chiaro che non basterebbe una vita intera per esserne consapevoli a meno che non vi sia un intervento soprannaturale da parte di Dio: la Grazia!) trasfoma il nostro modo di essere nel mondo. Agli inizi della conversione sembra tutto facile: si è disposti a cambiare, persino a fare dei presunti "miracoli" per cambiare qualche atteggiamento che sappiamo possa dispiacere a Dio. In realtà quei presunti cambiamenti repentini si smontano presto come bolle di sapone, infatti non siamo noi a cambiare ma è Dio che ci aiuta in questo processo lungo che occuperà tutta la nostra vita: è l'inizio della purificazione nell'Amore:
è Dio che ci ha creati, è Dio che ci tocca, è Dio che desidera comunicarsi con l'uomo Sua creatura: tutto parte da Lui, dal Tu che ci viene incontro da tutta l'eternità. Che cosa può fare l'uomo? Gesù ce lo indica: credere in Lui e fare la volontà di Colui che Lo ha mandato (ritorniamo così alle 10 Parole e al comandamento di Gesù!). Bene...dov'è il martirio? Abbiamo detto, per semplificare, che esiste un martirio cruento (rosso) e uno non cruento (bianco e verde)... bè, secondo la mia esperienza il martirio non cruento si può suddividere in un martirio fisico, un martirio psicologico e infine in un martirio spirituale.
La maggior parte delle persone fa esperienza del martirio fisico e psicologico. In che cosa consistono? Non sono un'esperta in materia però nella vita di tutti i giorni ci sarà capitato di desiderare qualcosa ardentemente ma non poterla avere: ad esempio chi ama lo sport non può farne a meno ma se l'atleta si "strappa" un muscolo deve rinuniciare all'attività sportiva per un pò di tempo... eppure se vogliamo è anche questo un martirio fisico! (sia fare sport che non farlo!!) Oppure vi sarà capitato di incontrare una persona che vi ha chiesto un favore un pò penoso ad esempio di farvi a piedi chilometri di strada con lui/lei per accompagnarlo/a da qualche parte e ovviamente voi eravate già distrutti dopo una giornata piena di fatiche! A lavoro il capo vi avrà sicuramente chiesto degli straordinari mal retribuiti! La moglie che chiede al marito di cucinare perchè farà tardi dal lavoro e quando ritorna trova il marito davanti alla tv che ovviamente pretende la cena! Per non parlare dei sacerdoti: ogni giorno sono vessati da un'infinità di richieste che li portano al limite della sopportazione (anzi direi che lo superano abbondantemente!!): stanchi, distrutti ma sempre pronti a donare un sorriso e guai se non fosse così!La gente gliela "farebbe pagare" subito! E le mamme? quanti sacrifici fanno le mamme per i loro figli!! Pensiamo a Maria Santissima! Secondo voi si sarà divertita nel sapere che il Figlio era fuori a "combattere" contro i farisei? Maria, come ogni madre, avrebbe lasciato tutto  per difendere il Figlio fino a dare la propria vita e, se fosse stato possibile, pure qualcosa in più oltre ogni limite...eppure Ella rimase molto tempo a casa, penso, non con poco sacrificio! Infine come non ricordare chi, a causa di patologie mediche gravi, non può camminare, non può usare le mani, non può vedere ecc..

Viversi come dono

Credo che ognuno di noi sia un dono di Dio per l'umanità e per questo motivo è necessario entrare nella logica del dono! La vita è un dono, l'intelletto è un dono ecc.... quando consideriamo questi doni come un possesso privato, ci chiudiamo alla relazione con il prossimo. Se l'uomo non si vive come dono non potrà donarsi agli altri. Se il mio unico desiderio è quello di possedere tanti doni non arriverò mai a conoscere me stesso/a perchè non riuscirei (sarebbe impossibile) ad istaurare una relazione vera con Dio o meglio non riuscirei ad avere un dialogo autentico - diverso dal chiedere per ottenere- in quanto sarei chiuso/a nei miei desideri di possesso.

domenica 8 maggio 2011

riflessioni di oggi...sulla preghiera

La preghiera è il balbettio dell'anima...
la nostra preghiera deve diventare liturgia che si unisce e si armonizza con la più grande liturgia della natura che loda il suo Creatore.
La Messa è anche un canto d'amore dell'uomo in Dio e di Dio nell'uomo: è il momento in cui la sposa del Cantico incontra lo Sposo e si perde in Lui...

lunedì 25 aprile 2011

la verità

Quando cerchiamo la verità, in realtà cerchiamo la nostra visione della verità e troviamo una pseudo-verità che non è la verità! Per trovare la verità dobbiamo lasciare che sia essa a trovare noi: è la verità che trova l'uomo e non viceversa! L'uomo è capace di Dio ed è capace della verità perchè Dio che è la verità ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza.
CAPITOLO PRIMO del Catechismo della Chiesa Cattolica
"L'UOMO È “CAPACE” DI DIO
I. Il desiderio di Dio

 27 Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell'uomo, perché l'uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l'uomo e soltanto in Dio l'uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa.
La ragione più alta della dignità dell'uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo nascere l'uomo è invitato al dialogo con Dio: non esiste, infatti, se non perché, creato per amore da Dio, da lui sempre per amore è conservato, né vive pienamente secondo verità se non lo riconosce liberamente e se non si affida al suo Creatore [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 19]."
Per noi cristiani la verità non è un'ideologia ma una persona: Gesù Cristo ("Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita." Gv 14,6)
Giovanni nella sua seconda lettera scrive: " [1] Io, il presbitero, alla Signora eletta e ai suoi figli che amo nella verità, e non io soltanto, ma tutti quelli che hanno conosciuto la verità, [2] a causa della verità che dimora in noi e dimorerà con noi in eterno.[3] grazia, misericordia e pace siano con noi da parte di Dio Padre e da parte di Gesù Cristo, Figlio del Padre, nella verità e nell'amore. [4] Mi sono molto rallegrato di aver trovato alcuni tuoi figli che camminano nella verità, secondo il comandamento che abbiamo ricevuto dal Padre. [5] E ora prego te, Signora, non per darti un comandamento nuovo, ma quello che abbiamo avuto fin dal principio, che ci amiamo gli uni gli altri."
Su questa premessa di Giovanni si potrebbe scrivere tanto, prima di tutto l'Apostolo afferma che l'amore e la verità non possono essere separate! Spesso siamo noi che operiamo maldestramente certi tagli per poter comprendere meglio cosa significhino questi termini presi singolarmente ma poi ci dimentichiamo di riunirli: non ci può essere amore senza la verità e non ci può essere la verità senza l'amore perchè la verità e l'amore sono unite nella Persona di Gesù Cristo, il Figlio del Dio vivente. Questo concetto è fondamentale soprattutto nel rapporto con le persone. Nella nostra vita quotidiana spesso ci accorgiamo che ciò che consideriamo vero manca di carità e viceversa. Spesso nel nome della carità costruiamo torri di Babele che non hanno le fondamenta nella verità. Perchè? Cristo costruisce ogni giorno per noi il bene ma a noi non basta: dobbiamo sempre aggiungere qualcosa in più! è come se Cristo ci regalasse una sedia bruttina e povera e noi, per renderla più adatta al nostro gusto, ci sforzassimo per arricchirla con stoffe preziose. Purtroppo però arriva il giorno (e arriva sempre!) in cui Cristo fa una sferza di cordicelle e toglie via queste stoffe preziose. Cosa rimane? La sedia bruttina e povera. Quando non si ha più niente quella sedia bruttina diventa un trono, diventa tutto! Ciò che Dio costruisce nella nostra vita e con la nostra vita è amore, un amore vero che rimane in eterno!
In questi giorni ho ricevuto tanti messaggi di auguri, ognuno di essi è un segno di affetto ma la verità l'ho trovata in quei pochi messaggi personalizzati spediti da persone diverse caratterialmente da me. Io non sono la verità, queste persone non sono la verità: Cristo è la verità che ci ha unito nella carità.

lunedì 18 aprile 2011

Preghiera di A. DINI

Ho scritto il mio nome sulla sabbia,
ma il vento poco dopo l’ha cancellato.
Ho scritto i miei sogni sull’acqua del lago,
ma si dissolveranno nel nulla.
Ho scritto i miei pensieri in un libro,
ma questo poco dopo è finito nel fuoco.
Ho lasciato la mia foto per la tomba,
ma sono certo che allora nessuno la guarderà.
C’è sempre dentro di me, o Signore,
una voglia sconfinata di essere ricordato.
Anche tu Signore un giorno, scrivesti qualcosa
sulla polvere della strada,
ma nessuno poté leggere quella tua calligrafia
giacché cancellasti alla svelta tutto.
Una scrittura la tua
che non ha mai avuto lettori.
Forse quella tua cancellazione
altro non è che un sacramento
che apre e dona il tuo mistero.
Le nostre scritture sono scarabocchi
sulla carta bianca.
La tua voce è luce che illumina,
è luce che sconfigge le tenebre;
la tua è parola creatrice,
è parola che è verità;
una verità che si tocca con le mani,
che si vede con gli occhi;
è parola che è come il grembo di una madre
che genera, custodisce e nutre
l’uomo del domani.
Fa o Signore, che la verità luminosa che è in te,
mi possieda totalmente
fino a rendere luminoso anche il mio volto.
Amen

Mi piace pensare che l'uomo da solo non scriverà mai nulla che possa rimanere in eterno e che Gesù, per non umiliarci, si impegna a cancellare la sua calligrafia...Lui vuole scrivere solo con noi...

martedì 12 aprile 2011

Il peccato

Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?»." (Gv. 11,39-40)
Due versi così densi!
Pensavo a quel "togliete la pietra!" e mi veniva in mente la confessione...ripensavo a quel "togliete la pietra" e mi veniva in mente la chiamata di Matteo... "Signore, già manda cattivo odore"ecco cosa produce il peccato! La morte è entrata nella storia dell'uomo con il peccato originale ovvero dal rifiuto dell'amore. Quando pecchiamo puzziamo come fossimo morti da 4 giorni! Il peccato decompone la dignità dell'uomo e l'Unico che ci può far risorgere è solo Gesù. Il peccato è contrario all'amore, non unisce anzi disperde...ci rende soli! Il figlio prodigo sperpera i soldi del padre, l'amore, acquistando peccati per poi rimanere solo a pascolare i porci anzi a desiderare il loro cibo...mi viene in mente il ricco Epulone che una volta morto chiede ad Abramo di mandare Lazzaro, il mendicante pieno di piaghe che aveva disprezzato in vita, per bagnargli le labbra con le sue dita. E Gesù disse loro: «Io vi dico in verità: I pubblicani e le prostitute entrano prima di voi nel regno di Dio»...ed io aggiungo anche i ladri! Gesù dice ancora: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché rassomigliate a sepolcri imbiancati, i quali di fuori appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putredine." (Mt 23,27).
Abbandoniamo quindi il peccato e corriamo da Cristo, Lui solo può salvarci dalla morte!Presentiamo a Lui con coraggio le nostre mancanze e non vergognamoci di essere così deboli perchè Gesù lo sa...ci comprende!«Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?».Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più»(Gv 8,10-11). Sono gli uomini che condannano, siamo noi che ci condanniamo prima di confessare le nostre mancanze! Siamo veramente i tiranni di noi stessi! Il "non giudicate" vale prima per noi e poi anche per gli altri! Il problema è che onoriamo Dio con le labbra ma il cuore rimane chiuso in se stesso nei suoi giudizi:"Infatti dall'intimo, dal cuore dell'uomo escono i pensieri cattivi che portano al male" (Mc 7,21) e non portano la pace...Gesù dice ancora: " Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore." (Gv 14,27)...non abbiate timore perchè Gesù ha vinto il mondo, ha già inchiodato i nostri peccati sulla nuda croce, li conosce uno per uno ma ci Ama ugualmente! Crediamo in questo Amore? Credere che Gesù si sia offerto per salvarci dai nostri peccati significa dare Gloria a Dio.

venerdì 8 aprile 2011

La prima lettura di ieri mi ha dato lo spunto per una bella riflessione che voglio condividere con chi legge questo blog.
Nella lettura presa dal Libro dell' Esodo (32,7-14) è scritto: "si sono fatti un vitello di metallo fuso". Mentre il lettore adempiva il suo compito io mi trovavo in ginocchio e contemplavo nel mio cuore il Crocifisso...improvvisamente mi sono accorta di quanto sia importante per l'uomo guardare Dio. Il Signore disse che l'uomo non doveva farsi un'immagine di Dio...è chiaro: Dio è puro Spirito però l'uomo ha bisogno di guardare, di toccare, di sentire con tutti i sensi che ciò che ha davanti è Dio. Il Padre Celeste ha mandato il Figlio unigenito affinchè noi potessimo avere un'immagine vera di Lui, affinchè potessimo vedere Chi bisogna amare  e Chi bisogna adorare. Non c'è più solamente l'"idea" di Dio che si concretizza con le opere del creato e le azioni nella storia dell'uomo, ma c'è Gesù con il Suo Corpo oltraggiato dall'uomo e Glorioso in Cielo che si fa vedere da noi. Salendo al Padre Gesù ci lascia il Suo Corpo nell'Eucaristia cosicchè possiamo dire che adoriamo Qualcuno che vediamo con i nostri occhi!