lunedì 27 febbraio 2012

Quaresima: la sfida si accende!

Ieri ho vissuto alcune situazioni che mi hanno portato a riflettere di più sul senso della Quaresima. Come tutti sappiamo il tempo della Quaresima è considerato un tempo "forte" e per questo i nostri bravi pastori si accalorano sull'ambone parlando di digiuni, preghiera, piccole rinunce per aiutarci a capire cosa significa che Gesù ci ha salvati, quale dono immenso abbiamo ricevuto! In realtà sto rendendomi conto che la Quaresima è un tempo che ci serve per gustare di più la vita, per ringraziare Dio di tutto ciò che abbiamo. Pensiamo a Giovanni Battista nel deserto...e poi ai 40 giorni di Gesù nel deserto: cosa facevano lì? Entrambi si preparavano, entrambi attendevano, entrambi stavano in silenzio, entrambi ascoltavano Dio che gli parlava.  Sembra facile vero? per arrivare ad ascoltare Dio hanno dovuto combattere contro i propri bisogni primari (e non solo)! Si, nel deserto non si tratta di fare una piccola rinuncia del tipo: oggi non mangio carne! Nel deserto si vive ogni sorta di digiuno ma ce n'è uno che è quasi impossibile vivere: qual'è? Rifletteteci su qualche istante...è molto importante avere una risposta chiara perchè è proprio qui che inizia la lotta ed è necessario conoscere questo nostro nemico per poterlo vincere. Nel Vangelo Giovanni Battista dice di essere un uomo che grida nel deserto, che annuncia; di Gesù invece sappiamo che ha lottato con Satana quando era agli estremi delle forze (dopo 40 giorni nel deserto)...ma oltre alla fame, al freddo, al caldo, alla sete, alla mancanza del calore umano e delle relazioni sociali quotidiane: contro che cosa hanno lottato? Con i loro pensieri, contro quel turbinio di parole ed emozioni che fasciano la testa, contro la paura dell'oggi e del domani... Come si combatte tutto questo? Uscendo fuori da questo innaturale ripiegamento in noi stessi che ci fa impazzire! Se pensiamo troppo a noi stessi e ci ripieghiamo nei nostri piccoli pensieri non facciamo altro che ingigantire il problema che stiamo vivendo ed entriamo in una forma di nevrosi senza possibilità di uscita...e così ci perdiamo la bellezza e la pienezza della vita. Sia Giovanni che Gesù ci insegnano che l'unico modo per uscire da noi stessi, da questi pensieri che ci incatenano al suolo, è guardare l'Altro cioè fissare lo sguardo in Dio! Quando la nostra natura piange perchè privata di qualcosa, non guarda in faccia nessuno: comincia a bramare a desiderare ciò che le manca...la nostra carne comincia ad urlare, la mente anche ed è proprio in quel momento che lo spirito affranto grida al Padre, grida nel deserto, grida perchè è l'unica forza che gli è rimasta, l'unica speranza! è una lotta all'ultimo sangue perchè il Padre vuole che sperimentiamo questo deserto, questa lotta e quindi sembra che non ci risponda subito. Ma poi cosa accade? Quando con la Grazia riusciamo a vincere la carne e la mente ecco che sperimentiamo la pace vera (quella di Cristo), la gioia di vivere, la gratitudine verso il Padre che non ci fa mai mancare niente!
Come è nata questa riflessione? Ieri sono andata a Messa...mi sentivo piena di gioia e al momento della pace sono andata in giro a porgere la mano a tante persone cercando di trasmettere ciò che stavo vivendo...bè sapete cosa è successo? la maggior parte delle persone e dei bambini mi davano la mano ma non mi guardavano in faccia! Fateci caso...in un momento di gioia come questo le persone (adulti e bambini) guardano in basso e sono quasi tristi...sembrano ripiegati in se stessi. Dov'è la gioia dell'incontro con Cristo?? Dov'è la gioia di scambiarsi un sorriso fraterno? Ringrazio Dio per il parroco della mia parrocchia perchè nel momento della pace scende dal presbiterio con un bel sorriso e va a portare la pace di Cristo a tutti i presenti "costringendoli" così ad uscire un attimo dai loro pensieri. La Messa è un momento intimo, familiare, bellissimo perchè ci unisce a Dio e ci fa sentire fratelli...le nostre paturnie devono starsene fuori o meglio è proprio in questo momento che possono essere trasformate! Un sorriso gratuito può cambiarci la giornata!

Ieri sera il mio fratellino spirtuale mi ha fatto conoscere una signora molto povera...siamo andati al dormitorio delle donne senza tetto. Sinceramente mi aspettavo di trovare un ambiente triste, facce spente, deluse e sofferenti...e invece mi sono sentita quasi in famiglia. è stato bellissimo vedere volti sorridenti, donne che si conoscono solo per il fatto di non avere una casa, donne che si aiutano nella povertà. Certo non voglio dire che sia un ambiente idilliaco ma che lì è presente il seme del Regno di Dio, un seme che spesso nella nostra vita non vediamo e che quindi non aiutiamo a crescere. Nella povertà, nel niente si può scoprire la pienezza della vita e questo avviene solo donandosi all'altro. Con questo non voglio dire che dobbiamo diventare tutti dei senza tetto ma che è necessario riscoprire questo seme in noi, farlo crescere attraverso l'ascolto della Parola di Dio, facendo silenzio ai pensieri inutili e ossessivi sull'oggi e sul domani, cercando di vivere in grazia e ricordandoci soprattutto che siamo stati salvati. Fratelli carissimi siamo chiamati a vivere l'Amore e ad essere felici nella semplicità delle piccole cose...questo secondo me è il senso della Quaresima.

1 commento:

  1. Sei uscita da te stessa per andare verso gli altri che erano ancora immersi ed immedesimati in se stessi, nei loro pensieri...Che peccato!!!!Si soffre spiritualmente quando si percepisce che i cristiani partecipano alla santa Messa con il corpo ma.....l'anima, il cuore è altrove.Non sanno ciò che si perdono...la ricchezza che rifiutano....Preghiamo per tutti, vicini e lontani. Ciao Debby, mi ha fatto tanto piacere sentirti, leggerti e vedere che hai conservato nel cuore l'AMORE per Gesù e sei spinta dalla gioia di comunicarlo.Un abbraccio. Lucia
    (compagna di stanza a Medjugorie)

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