martedì 25 dicembre 2012

memoriale...

c'è un non so che toglie il fiato quando si celebra la nascita di Gesù e si partecipa alla Santa Messa....la gioia incontenibile della nascita che fa scendere il Cielo sulla terra,  la dolorosa esperienza della croce e la gloriosa resurrezione...un sacerdote raccontò di un bambino che fece un disegno particolare: gli venne chiesto di disegnare Gesù Bambino e lui lo disegnò sulla croce! Quando gli chiesero il perchè, lui rispose candidamente: "perchè Gesù è nato sulla croce!"...non ci sono commenti che reggono...pensate alle icone in cui si vede Gesù Bambino dentro una bara! Insomma la gioia più intensa si accompagna ad una lama tagliente...Maria teneva per sè questi sentimenti e li nascondeva nel segreto del cuore per condividerli con Dio solo...il mondo non l'avrebbe capita...sono più di 2000 anni che non la capiamo! Povera Santa Madre nostra! Anche oggi ci offre Gesù ma noi non abbiamo niente se non l'orgoglio, l'egoismo e la superbia...non abbiamo una coperta per riscaldare Gesù...siamo freddi, anzi peggio: pensiamo di avere tutto, di poter riscaldare e invece mentiamo a noi stessi! Pazienza...mio Gesù...abbi pietà...ti porto la mia miseria, le mie lacrime e il desiderio di non voler offenderti più con i miei peccati...altro non ho per amarti. Non sono capace di adorarti come Dio e non oso neanche avvicinarmi troppo (dovessi prendere altro freddo!) però mi accosto silenziosa alla tua grotta e ascolto la Vergine che canta una ninna nanna...e mi addormento con Te. Quel canto così dolce mi fa sperare che la Grazia possa trasformare anche il mio cuore...
Madre Santa dai un bacio al Tuo Agnellino da parte mia...e perdona, perdona ancora...

giovedì 6 dicembre 2012

La mangiatoia degli eroi scomodi


Fior di teologi e mistici hanno parlato della mangiatoia/grotta/capanna (chi più ne ha più ne metta!) in cui è nato Gesù…ultimamente anche il Papa ha detto la sua scrivendo che non c’erano il bue e l’asinello! Insomma l’unica cosa certa è che Gesù è nato e che faceva freddo, molto freddo! Non si è certi neanche della data del 25 dicembre…anzi se uno prova a dire ad un teologo qualsiasi che Gesù è nato il 25 dicembre, si rischia di essere considerati degli ignoranti! Ma a noi queste cose non interessano poi tanto.
Gesù è nato! e l’evento è considerato, sia dagli atei che dai credenti, talmente importante che ancora oggi ci riferiamo alle date storiche dicendo “prima di Cristo (a.C.) o dopo Cristo (d.C)”…l’anno in cui è nato Gesù è l’anno “0”. Gesù, Dio, incarnandosi, entra nel tempo e nello spazio…quello “0” indica un evento senza precedenti, un inizio di qualcosa di straordinario che chiude un ciclo e ne fa nascere un altro… un evento che toglie il fiato!
Avete presente quando siete colti dallo stupore? Sentiamo un tocco al cuore e poi tutto in noi si fa silente…se potesse, si fermerebbe anche il cuore per non disturbare quell’attimo! Tutto tace in quella notte…chi parla sono gli Angeli. Lo stupore dei presenti è tale che ogni gesto si ascrive in un atto “liturgico”…e il cuore adora in silenzio…c’è stato dato un figlio…il Figlio di Dio…
Dio permette che Suo Figlio nasca in una mangiatoia (a me piace pensare alla mangiatoia) vuota, fredda e oscura… come mi diceva la persona che mi dirige spiritualmente, quella mangiatoia siamo noi ma spesso la riempiamo di tante cose inutili. Riempiamo questa mangiatoia con le passioni, gli attaccamenti, con gli idoli ma anche con cose belle che però non servono perché Dio ha scelto di nascere in un posto vuoto. Accumuliamo di tutto, anche delle buone azioni che compiamo pensando di renderci più belli/idonei/degni…ma a Dio non importa. Questo non vuol dire che non dobbiamo compiere il bene ma solamente che non dobbiamo ricordare di averlo compiuto (non sappia la tua destra ciò che fa la tua sinistra) perché tutto il bene viene da Dio. Ci sono dei momenti, vi auguro di provarli, in cui ci sentiamo veramente belli perché Cristo abita in noi: è Lui la nostra bellezza! Per quante opere sante possiamo compiere per Grazia, nessuna sarà mai bella quanto Dio stesso che abita in noi. Per quanto cercheremo di rendere più bella e confortevole la nostra mangiatoia, non riusciremo mai a darle quello splendore, quella purezza, quella pienezza che solo Dio può donarle. Gesù è nato nel vuoto per riempirlo. Gesù è nato nel buio per portare la luce! Il buio rappresenta “i nostri luoghi” nascosti, le ferite dimenticate o di cui non desideriamo parlare, le nostre cattive abitudini che ci teniamo per noi (gli altri ci devono vedere perfetti oppure delle grandi miserie…ma le miserie da mostrare le scegliamo noi!)…ci dimentichiamo che non esiste un luogo, un nostro pensiero che sia sconosciuto a Dio (sia in noi che fuori di noi!). Gesù conosce tutte le nostre “brutture” ma ci ama talmente tanto che, per non avvilirci con un giudizio, a scelto di dare la vita affinché noi fossimo incoraggiati ad andare da Lui per farci guarire. [invece di giudicare un fratello scegliamo anche noi di salire sulla croce! Diventeremo impopolari, pochi capiranno, resteremo soli e soffriremo fino a morire per questo…saremo costretti a chiedere a Dio ogni giorno una ragione per vivere ancora…ma saremo liberi e troveremo la pace e la gioia nella verità dell’Amore crocifisso. Tutto serve per la salvezza delle anime! Evviva Dio! Il Padre sarà con noi e avremo sempre il Suo calore].  Siamo onesti con noi stessi, con Dio e con chi ci dirige perché nel Vangelo è scritto che non c’è niente di nascosto che un giorno non sarà svelato…meglio che questo avvenga presto altrimenti perderemo tempo, anni inutilmente e soprattutto non saremo felici. Mostrarci a Dio per quello che siamo e supplicarlo affinché ci guarisca, significa volersi bene, significa credere in Dio, significa amare il prossimo, significa essere degli eroi scomodi con se stessi e con gli altri [morire a se stessi richiede tanta grazia, eroismo e un amore profondo].

Faceva freddo in quella notte beata e Gesù bambino piange…piange: perché tutti i bambini appena nati piangono; piange: per il cuore chiuso e freddo degli uomini; piange: perché sa che pochi cuori lo accoglieranno; piange: perché sente freddo…eppure sceglie di nascere in questo freddo. Gesù bambino piange ma non è solo…ha un conforto: Maria e Giuseppe. La Mamma lo seguirà fino alla fine. Nella mangiatoia ci sono 3 persone e quindi ci tocca fare più spazio in noi…se poi pensiamo alla moltitudine di Angeli e ai pastori, troppo abbiamo da sgombrare! È come fare un trasloco! Approfittiamo di questo tempo di Avvento per togliere di mezzo tutto, fino a rimanere vuoti con la certezza che saremo presto riempiti dal Signore…solo Lui conta, solo Lui rende bella la casa…solo Lui ci fa belli, ci rende felici e ricolmi di pace.

mercoledì 5 dicembre 2012

lezioncine

Sapete ho riletto da poco il libricino sulla testimonianza di Catalina. Catalina ha avuto la Grazia di vedere cosa accade durante la Santa Messa...se vi incuriosisce cercate sul web! Durante l'offertorio la Madonna dice a Catalina che quello è il momento in cui possiamo offrire la nostra giornata, ma soprattutto offrire noi stessi a Dio. Cosa ho fatto? Ho cercato di mettere in pratica questo insegnamento e durante l'offertorio ho offerto la mia vita a Cristo...però quanto timore! Certo dipende dagli attaccamenti, dipende dalla mancanza di fede...insomma ho detto a Gesù: "ti offro la mia vita..in realtà non so cosa significhi veramente e non so cosa mi comporterà però la offro lo stesso...ma aiutami". Con Dio bisogna essere schietti! Per giorni mi sono chiesta come si può offrire la vita a Cristo e la risposta è arrivata oggi, durante il momento dell'Eucarestia...la risposta è stata questa: si impara a offrire la propria vita offrendola. Non potete immaginare la gioia che avevo dentro il cuore! Improvvisamente sono stata presa da un pensiero: "che bello! ogni giorno posso offrire la mia vita a Cristo!"...mi sono emozionata. Mentre camminavo meditavo sul fatto di applicare questa lezione anche per quanto riguarda la fiducia. Purtroppo non tutti riescono ad affidarsi a Dio con semplicità e questo forse perchè nel passato, abbiamo subito delle situazioni che ci hanno portato ad avere un atteggiamento insicuro verso le persone di riferimento più importanti. Se non abbiamo mai vissuto la fiducia come possiamo fidarci di Dio? Vi dico la mia esperienza...di altri non so...io ho iniziato a pregare il Rosario tutti i giorni chiedendo il dono della fiducia, man mano che vado avanti, tutto ciò che mi capita mi costringe a fare atti di fiducia e ad abbandonarmi a Dio. Ogni volta che mi rivolgo al Signore dicendogli che mi fido di Lui, Dio interviene: si occupa prima di me (fa tornare la pace nel cuore) e poi delle persone per cui chiedo aiuto. Chi non ha fiducia negli altri difficilmente ha fiducia in se stesso, Dio lo sa e quindi si occupa prima della sua creatura per infondergli fiducia...sembra dirci: "tu sei importante per me!" e poi, cioè subito, anche degli altri. Non so come spiegarmi però in questi momenti senti di valere qualche cosa perchè Dio ti ama e ti mostra il Suo amore ascoltandoti e rispondendo prontamente alle necessità (risponde sempre ma non sempre come vogliamo noi...qui serve un nuovo atto di fede: "Tu sai... Io non so...mi fido di Te...aiutami ad accettare la Tua volontà perchè io credo che Tu mi ami e che desideri il mio bene!").
Mentre passeggiavo per i Fori Imperiali, verso il Colosseo, mi è venuto un altro pensiero: "Signore grazie per queste lezioni...Tu mi stai aiutando tanto...però aiutami a non cadere nel tranello del maligno e fa che possa offrire me stessa con fiducia e timore...ho paura infatti di arrivare un giorno a offrire la mia vita solo perchè tanto so che non mi verrà chiesto niente di speciale, cioè di affidarmi perchè tanto non mi succede niente" ma il Signore ha risposto anche a questo: "quella non è fede"e poi ho capito che fino a quando sarò guidata dal santo timore di Dio devo stare tranquilla.
Quando offriamo la nostra vita a Cristo dobbiamo essere consapevoli che ci può capitare di tutto (Gesù lo dice chiaramente agli apostoli di ieri, di oggi e di domani)  ma che non siamo mai soli, che non ci sarà mai chiesto qualcosa che va oltre le nostre possibilità (pensate che non dovremo neanche cercare le parole giuste da dire perchè ce le ispirerà lo Spirito Santo!) e che poi c'è sempre un Padre Santo e Buono pronto a prendere fra le braccia le Sue creature.
Quando facciamo esperienza concreta di Dio ti vien voglia di dire: "che bello essere cristiani!". Stare con Dio, vivere alla Sua presenza, ci infonde una gioia e una pace senza limiti. Questo converte le anime più di 10000 discorsi sulla fede.

domenica 2 dicembre 2012

un appunto...

Scrivo giusto un appunto...quello che mi è venuto in mente questa mattina dopo essermi svegliata. Riflettevo sull'Avvento e il mio pensiero è stato questo: se Dio non si fosse incarnato noi non avremmo mai saputo cosa significa essere degli esseri umani. Solo Lui ci dona il senso dell'umanità. L'uomo intimamente legato a Dio è profondamente umano, sceglie di fare il bene con carità sempre e comunque non badando alle conseguenze, sceglie liberamente la croce: unica via per accettare la libertà e i limiti propri e del prossimo...sceglie di morire per vivere veramente.
Ieri mi sono posta una domanda: se una persona mi dicesse di essere pronta a dare la vita per me, io come mi sentirei? Mi sentirei di voler vivere per poter diventare una persona migliore..non per meritare questo gesto ma semplicemente perchè il bene ti spinge verso il bene. A dir la verità mi sono convertita proprio perchè il Signore mi ha fatto incontrare un sacerdote che era pronto a dare la vita a Cristo per me. Tutti dovremmo capire che la cosa più importante è dare la vita a Cristo per gli altri, morire a noi stessi per poter sempre accogliere il prossimo. Il prossimo non la può sempre pensare come me e non lo posso pretendere come, d'altro canto, non posso pretendere di capire sempre tutto! Chiudersi nella propria idea anche, se giusta, ci rende dei perfetti Ponzio Pilato! Ho scritto chiudersi non mantenersi! Mantenersi nel bene è giusto ed è carità, chiudersi è egoismo, idolatria, superbia ecc. Ricordiamoci cosa disse Gesù a Pilato: «Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande» (Gv 19,11).

venerdì 9 novembre 2012

Scegliere di amare

Scegliere di amare (Paolo Migani)
Se canterai insieme a me
sarà per sempre domenica
e di un azzurro più intenso
il nostro cielo si rivestirà
L’amore è dono di sé
è un cuore che si modifica
e la mia vita avrà un senso
solo se amore sarà
 
E scegliere di amare in questa umanità
fra questo brulichio
è scegliere di dare in piena libertà
perché lo scelgo io
e mentre il mondo va confuso nel brusio
io nella libertà respiro il mondo mio
perché la vera libertà è il respiro di Dio.

Se parlerai insieme a me
dissiperemo le nuvole
ci scopriremo più amici
un’alba nuova
ci colorerà
E adesso so che con te
noi non saremo più isole
vivremo giorni felici
solo se amore sarà
E scegliere di amare in questa umanità
fra questo brulichio
è scegliere di dare in piena libertà
perché lo scelgo io
e mentre il mondo va confuso nel brusio
io nella libertà respiro il mondo mio
perché la vera libertà è il respiro di Dio.

giovedì 8 novembre 2012

Un'idea su come vincere le tentazioni


Promemoria: di solito siamo tentati maggiormente quando “cerchiamo” di unirci di più a Dio durante l’orazione… ergo per prima cosa non bisogna spaventarsi se mentre preghiamo con il Rosario, la liturgia delle ore (per chi la fa), assistiamo ad una celebrazione Eucaristica, leggiamo il Vangelo ecc…, ci si presentano pensieri che non c’entrano niente con ciò che stiamo facendo! I pensieri, poi, possono avere origini diverse (possono venire da noi, dal maligno, dagli altri...) e avere contenuti diversissimi. “Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!”, questo fu l’invito di Giovanni Paolo II, un invito attualissimo per vincere le tentazioni.

1-      Non avere paura.

2-      Non cercare di lottare contro la tentazione. Perché veniamo tentati? Perché siamo fragili: siamo peccatori! Cosa fare? Qui molte persone possono pensare che basti un atto di volontà per contrastare una tentazione ma non è così. Può capitare che uno sforzo ascetico, un atto di volontà serva ad arginare la tentazione ma se ciò accade, state attenti! Ripeto: state attenti!!  Se pensate che il vostro contributo nel cammino spirituale si esplichi in sforzi ascetici o meglio in atti di volontà nel contrastare le passioni e le tentazioni, state pur certi che cadrete! Cadrete perché il Signore ci vuole salvare tutti e la caduta è un atto d’amore di Dio che ci viene incontro per aiutarci.  Alcune volte il maligno ci “lascia vincere” soprattutto se vede che rispondiamo alla tentazione basandoci esclusivamente sulle nostre capacità, sulle nostre forze…insomma vuole farci sentire importanti.  Alcuni di voi potrebbero pensare: “ma io quando ho una tentazione mi rivolgo a Dio!” si, certo, e cosa gli dite?  “Signore salvami!”.

3-      Sempre rivolgersi a Dio.  Si, ma come rivolgersi in maniera efficace?  L’invocazione “Signore salvami!” va bene e alcune volte può funzionare se abbiamo il cuore umile e contrito… ma forse c’è un altro modo: quello di confessare a Dio umilmente la nostra fragilità ...e dire: “Signore salvami! Vengo tentata in questo aspetto perché lì ho una fragilità, uno spiraglio su cui fa leva facilmente il maligno…è doloroso per me ammettere la mia miseria di fronte a Te che sei Santo, Perfetto e Puro ma con chi ne potrei parlare?. Tu solo mi conosci fino in fondo, Tu solo non ti vergogni di me nonostante le mie infermità, Tu solo mi ami fino in fondo…”. A questo punto vedrete la vostra fragilità, vi commuoverete, chiederete perdono a Dio…tutto si trasformerà in orazione e riacquisterete la pace interiore. Cosa è successo?  Chi affronta in questo modo la tentazione [ecco lo sforzo ascetico!], ha scelto di arrendersi a Dio, ha scelto di fidarsi di Lui e non delle proprie forze, ha scelto di amare…

Sia ben chiaro: se avessimo la possibilità di avere vicino un padre spirituale sarebbe perfetto ma dato che il padre spirituale non è sempre disponibile, è utile chiedergli come dobbiamo affrontare le tentazioni, parlare con lui di ciò che avviene nella nostra anima ecc. Ciò che scrivo sono solo consigli che escono fuori dall’esperienza quotidiana, se li prendete per buoni, parlatene comunque con il padre spirituale.

Alcuni pensano anche di ignorare le tentazioni ma questo a mio parere è sempre un volontarismo, un volersi fidare delle proprie forze…lasciamo perdere, non è la strada giusta. L’unica via è Cristo, l’unica meta: l’unione con Lui…il resto non ci deve interessare.

4-      Ringraziare Dio e supplicarlo. La tentazione se ne è andata e anzi ci sentiamo più uniti a Dio…tutto è pace…La tentazione che sveglia le passioni è stata trasformata in una ninna nanna per le stesse…la casa, come direbbe S. Giovanni della Croce,  è pacificata. È facile sentirsi pieni di gratitudine e di amore verso Dio: diciamogli ciò che proviamo con confidenza, senza pensare alle nostre infermità, al nostro sentirci indegni del Suo Amore, diciamogli: “Signore grazie, ti amo tanto…” e guardiamolo con occhi innamorati: Egli ci ha amati, ci ha protetti, ci ha salvati… “Signore Tu sei il mio Dio! Mia roccia, mia difesa!”. Questo non significa che amiamo Dio solo perché ci ha difeso ma perché ci ha accolto con amore, perché sentiamo che ogni Suo gesto è un atto d’amore per ciascuno di noi (il nostro non è ancora un "grande amore" ma siamo in cammino, no?). L’Amore di Dio che sentiamo rivolgersi su di noi, fa crescere il nostro amore per Lui. Alla fine il processo che porta all’unione con Dio è questo inseguirsi nell’amore: Dio viene verso di noi e noi andiamo verso di Lui…ci rincorriamo per trovarci, per unirci come lo Sposo e la sposa nel Cantico dei Cantici (in questo campo un esperto è Bernardo di Chiaravalle: un santo che amo tanto!).  Certo il processo non è così facile e automatico: Dio viene verso di noi ma noi, purtroppo, non andiamo sempre da Lui…e quindi è Dio che molto spesso ci ricorre, aspetta, tace, agisce …

Credo sia fondamentale avere chiaro questo concetto: Dio viene verso di noi sempre perché ci ama ed è fedele alla Sua promessa. Dio è fedele e sulla Sua fedeltà gettiamo le reti, troviamo la pace.

Supplichiamo infine il Signore affinché ci renda perseveranti nell’orazione o almeno chiediamogli di far crescere in noi il desiderio di essere perseveranti. L’orazione attira molte grazie e ci aiuta a scegliere la via giusta nella tentazione.

5-      Il maligno ci riprova! Purtroppo non si stanca mai. Ma neanche Dio! Potremo sentire frasi del genere (sia come pensiero suscitato da lui, sia da un’altra persona che viene ispirata a tale scopo- può essere chiunque, anche una persona spirituale): “come sei bravo/a! Che idea geniale! Hai vinto la tentazione!” oppure: “vuoi fare il santo? Ti credi perfetto/a? Si, si, continua a parlare con Dio così penserai di essere santo/a! Lo sento: sei soddisfatto/a perché hai vinto la tentazione!”. Come uscirne fuori? Forse rispondendo che Dio ci ha liberato? Forse facendoci venire i sensi di colpa (i sensi di colpa vengono dal maligno…ci inculcano quella falsa umiltà che è insopportabile) perché siamo felici di aver passato la tentazione…in fin de conti, c’è una certa soddisfazione nell’aver scelto la cosa giusta….diciamocela tutta: siamo tentati nel sentirci bravi. Cosa fare? Cominciamo a lodare Dio: “Benedetto il Signore Dio di Israele che ha salvato e redento il suo popolo, benedetto Colui che viene nel nome del Signore…come sono belli i piedi di Colui che annunzia la buona novella”…tutto svanirà perché invece di guardare noi stessi, se siamo umili o no ecc., abbiamo scelto [sforzo ascetico] di volgere lo sguardo a Dio. Chiediamoci sempre con chi voglio avere a che fare: voglio rimanere a dialogare con un senso di colpa, con il dubbio di essere o non essere umile? Tagliamo la testa al toro: non siamo umili, siamo malati (Gesù è venuto per i malati), siamo peccatori e BASTA!!! Insomma parliamo con Dio che è meglio, anzi rimaniamo nel Suo Amore e troveremo la pace. Tanto anche se abbiamo vissuto la virtù dell’umiltà è per grazia e per la gloria di Dio.

Lo sforzo ascetico non può assumere i toni di un volontarismo ma deve essere anticipato dalla grazia e sfociare nell’unione mistica. In questi momenti di unione possiamo sperimentare grazie sensibili  (lezioni spirituali, esperienze mistiche) ma anche il silenzio di Dio. Tutto è grazia…l’unica cosa importante è la pace del cuore. Posso ricevere molte lezioni spirituali, credendo di vivere un’esperienza mistica, avendo il cuore agitato…questi sono inganni del maligno! Ad esempio: devo fare un lavoro ma improvvisamente mi viene in mente un bel pensiero spirituale, sono presa dalla smania di scriverlo perché potrei dimenticarlo (come se lo Spirito Santo non fosse in grado di ripeterci ciò che ha ispirato!) ma so che se mi metto a scrivere dovrò posticipare il lavoro; inizio a scrivere … e scrivendo mi vengono altre ispirazioni spirituali e decido di scriverle…tanto ormai ci sono! E il lavoro si va a far benedire!  Mancanza di fede, attaccamento alla fama, superbia ecc., ecc., ecc.. Se il cuore è in pace allora le ispirazioni vengono da Dio. Se veniamo colti da un’ispirazione mentre stiamo lavorando ma ci sentiamo in pace allora rimaniamo tranquilli: se Lui vuole che noi scriviamo subito tutto ci spingerà a scrivere, se invece non è urgente (e la maggior parte delle volte non lo è) chiediamogli la bontà di aspettare la fine del nostro lavoro per poter scrivere…oppure diciamogli che abbiamo bisogno di pregare su ciò che ha detto e chiediamogli se sia giusto scrivere o no.  Dio è ordine e si compiace dell’ordine.

domenica 4 novembre 2012

Un pensiero sulla libertà


Sto leggendo con parsimonia e attenzione un libricino di Jaques Philippe sulla libertà interiore (ve lo consiglio)…davvero ogni parola risuona in me come qualcosa di prezioso che vorrei condividere con il mondo intero…mi sento come una bambina che ha appena scoperto qualcosa di bello e lo vuole dire a tutti. Innocenza, gioia e imprudenza (o goffagine) si impadroniscono di me ma poi ritorno al centro…dico la mia lezione alla Mamma, parlo con il mio Angelo custode, mi confronto con i Santi e chiedo aiuto allo Spirito Santo…d’altronde è così bello condividere con gli abitanti del Cielo la mia gioia di figlia salvata, le miei piccole riflessioni… a dir la verità dopo aver parlato con Dio nell’orazione mi sento un po’ bimbetta…gli racconto i miei pensieri che a me sembrano gran cosa (“oggi ho capito questo….” oppure: “lo Spirito Santo mi ha suggerito questa cosa…”), in realtà è come se avessi scoperto l’acqua calda, ma il Signore è contento così: è contento di queste confidenze più che se ne parlassi con il mondo intero!  D’altro canto la libertà non è forse anche questo: scegliere di parlare prima con Dio che con gli uomini?

Dopo un momento di orazione si placa l’entusiasmo e l’irruenza dei grandi fiumi (che sono i miei pensieri) e posso sospirare un po’ nella pace.

Pensando alla libertà credo che essa sia un’aspirazione naturale dell’uomo perché siamo stati creati liberi, la creazione stessa è un atto libero di Dio. La chiamo aspirazione perché il peccato originale ha reso l’uomo schiavo e, anche se il battesimo “ci ha dato una gran mano”, chi di noi può dirsi libero da se stesso (dai giudizi, pensieri ecc.), dalla società, dalla cultura, dagli avvenimenti della vita ecc.? Si, l’uomo aspira alla libertà ma spesso pensa che la libertà sia da ricercarsi all’esterno e quindi si unisce ad un’ideale, ad una persona (salvatore, guru, guaritore…) o ad un’oggetto dai poteri misteriosi! Se l’uomo invece riflette su di sé, si lega al pensiero che la libertà sia, in fin de conti, ciò che lo rende felice, ciò che è a lui gradito. Se la libertà dipende da ciò che ci piace allora muoveremo guerre contro chiunque tenti di toglierci questo piacere. Guardate il problema è sottile: siamo capaci di ingaggiare una guerra contro Dio quando Egli permette che situazioni sgradevoli entrino a far parte della nostra vita! La libertà sta nel dire sempre “si” a Dio…siamo liberi di scegliere di poter dire “si” a Dio…ma ci sentiamo abbastanza liberi da dire “si” a Dio? Nella gioia siamo tutti capaci di dire “si” ma nella sofferenza, nelle ingiustizie, quanto realmente ci sentiamo liberi di dire “si” a Dio? Quanto ci sentiamo liberi di accettare serenamente la sofferenza (qualunque essa sia) che comunque Dio ha permesso affinché porti frutto? Crediamo che la sofferenza porti frutto? Se la risposta è affermativa: crediamo che sia indispensabile vederne i frutti? Meritiamo e pretendiamo di vedere i frutti della nostra sofferenza? La libertà sta nell’accettare con fiducia la sofferenza, coscienti che Dio ha un disegno da realizzare che va oltre il nostro campo visivo, la nostra comprensione umana. Qui è lo stacco: Lui è Dio, noi siamo Sue creature…i frutti lasciamoli a Lui. Infatti se pensiamo ai frutti viviamo nell’ansia e l’ansia crea un terreno cattivo su cui il maligno pianta altra zizzania. Penso infatti che se per un poco di sofferenza ( o tanta! ) offerta con gratitudine a Dio si riesce ad avere qualche frutto è per la Sua grazia. Questo è un altro piccolo segreto: offrire le sofferenze con gratitudine! Come si fa a offrire il dolore con gratitudine? Dipende dalla fiducia che abbiamo in Dio. Attenzione: non sto dicendo che la sofferenza scompare se la offriamo con gratitudine! La sofferenza resta ma ciò che svanisce è il senso di schiavitù, di oppressione che la accompagna… in un certo senso ci sentiamo  “liberi di soffrire in pace” con il cuore sereno. Qualcuno potrà dirci che soffriamo per un’inezia o al contrario che la situazione che viviamo è talmente pesante che schiaccerebbe chiunque ma alla fine questi sono commenti che si perdono nel vento! Possono farci bene o male, farci sentire importanti, amati o disprezzati…sono commenti che non ci faranno mai trovare un equilibrio. Solo Dio dà senso alla sofferenza, solo Dio ha scelto liberamente, per ora, di non giudicare l’uomo, solo Dio sa quanto soffriamo!  Si dice che mentre si soffre, s’ impara molto ed è così solo se rendiamo partecipe Dio del nostro stato. Chiediamogli di aprire i nostri occhi, di mostrarci la Sua tenerezza, la Sua paternità! Non aspetta altro! Impareremo più da come Lui ci accoglie nella sofferenza che da 1000 libri di teologia! Chiediamogli di essere attenti ad ogni Suo gesto per noi e finirà che ci innamoreremo perdutamente di Lui: non potrebbe avvenire diversamente! Solo Lui sa accogliere senza giudicare, solo Lui ci sa amare veramente ed è questo, più che di ogni altra cosa, ciò di cui ha bisogno l’uomo! Più scopriamo un Suo atto d’amore per noi, più cresce in noi la fiducia, la speranza e l’amore. Questo non vuol dire che Dio ci dirà che siamo perfetti perché soffriamo, anzi! Se noi viviamo con Dio, Lui ci farà vedere i nostri errori, ma soprattutto ci aiuterà ad amarci veramente per quello che siamo: ci insegnerà ad avere pietà e ad avere sentimenti di tenerezza nei nostri confronti. Per amarci abbiamo bisogno di vederci come ci vede Dio. È l’Amore che trasforma non il volontarismo! Lasciamo che la Grazia muova la nostra volontà nella giusta direzione. Solo amando e nell’amore accetteremo di non sapere nulla e francamente neanche ci interesserà sapere qualcosa che non sia volontà di Dio.

Tutto abbiamo in Dio…tutto è grazia.

mercoledì 31 ottobre 2012

...cose da bambini...

Ieri sono andata in una libreria cattolica...mentre scartabellavo qualche libretto spirituale mi è venuto in mente un mio grande desiderio: portare la corona del Santo Rosario al collo. Vi prego non prendetela nel verso sbagliato...il Rosario non è un amuleto! Il Rosario è una difesa contro il maligno ma anche la mano della Mamma che è sempre con noi, che ci protegge e ci guida in ogni istante. Forse è un pò infantile tutto questo...non lo so...accettatemi così. Insomma cercavo un Rosario ma come sempre nei negozi "specializzati"ce ne sono una marea! Il problema era trovarne uno consono, non da esibizione nè da nascondere vergognosamente sotto maglioni, camice, magliette e quant'altro. Facile? Macchè! Niente! Che delusione...ma come al solito non demordo e ho iniziato a pregare: "possibile che non riesco a trovare qualcosa di bello e semplice?". Improvvisamente ho abbassato lo sguardo e ho visto in uno scaffale in basso, in un cantuccio, una scatolina con un Rosario bianco con le pietruzze piccine. L'ho preso subito trattenendo il fiato dallo stupore...era quello che desideravo... L'ho tirato fuori dalla scatola per vederlo... non so se mi sentivo più commossa, stupita o affascinata da tanta semplicità.  La persona che era con me, vedendolo, mi ha detto che si tratta del Rosario che comunemente si regala ai bambini che fanno la prima comunione perchè ha il calice con l'Eucarestia al posto della medaglietta della Madonna.
Ho pregato la Corona con questo piccolo Rosario...che infinita dolcezza...
Ho ringraziato la Madonna per avermi dato un grande insegnamento. Quando preghiamo il Santo Rosario dovremo essere come questo rosarietto: semplici, umili, puri e soprattutto fiduciosi. La Mamma è sempre con noi, ci ascolta, ci istruisce e ci guida nella misura in cui noi apriamo il cuore alle sue carezze. Al posto della medaglietta della della Madonna c'è l'Eucarestia come a dire: "il tuo centro è Cristo! La preghiera ha lo scopo di riportare l'uomo al suo centro". Che bello...anche ora che lo scrivo mi commuovo...

giovedì 18 ottobre 2012

Il mio piccolo "Io"


Il mio piccolo Io (Tagore)

Sono uscito da solo
e vado al mio appuntamento.
Ma chi mi segue
nell’oscurità silenziosa della notte?
Mi sposta da una parte
voglio evitare la sua presenza
ma non riesco a sfuggirlo.
Con passi arroganti
solleva la polvere da terra
e ad ogni parola che dico
risponde con modi volgari.
Signore, è il mio piccolo io
che non conosce pudore.
Mi vergogno di presentarmi
alla Tua porta in sua compagnia.

giovedì 13 settembre 2012

una sottile tentazione...

Di solito noi tutti scegliamo un momento particolare della giornata per stare con Gesù cuore a cuore (se non lo avete mai fatto...provate perchè è l'esperienza più bella), io personalmente scelgo il primo pomeriggio...certo dipende da ciò che dobbiamo fare durante il giorno! Stavo pregando il Rosario e mentre pregavo mi sono venuti alcuni spunti interessanti sul tema dell'autostima. Cosa ho fatto? ho smesso di pregare e ho cominciato a scrivere. Le idee fluivano veloci senza lunghe interruzioni e le mie mani volavano sulla tastiera del computer senza fatica. Ad un certo punto però mi sono fermata e mi sono detta: "Dio è ordine!"...io stavo pregando, quello era il mio momento di intimità con Gesù ed io lo stavo sprecando scrivendo si, cose bellissime, ma che non sono nulla rispetto alla vera Sapienza. Mi sono fermata, ho messo le mani sulla faccia, ho visualizzato dentro di me la Croce di Gesù e ho detto: "non la mia ma la Tua Sapienza voglio! Voglio la Sapienza della Croce, non voglio sapere niente altro che Gesù Crocifisso e Risorto!". In quel momento i bei pensieri sull'autostima si sono dileguati e ho preso il Rosario. Stavo pregando i misteri dolorosi e arrivata al 4° mistero, mi sono ritrovata a camminare per le strade di Gerusalemme in direzione del Calvario. Mentre pregavo le Ave Maria visualizzavo la scena e vedevo il Preziosissimo Sangue di Gesù farsi fango nella polvere delle strade e della terra. Quanta Grazia incompresa! Chi ha raccolto quel Sangue? Chi ha adorato quel Sangue? Chi ha amato quel Sangue? Maria... la nostra Mamma ha fatto questo per noi... che potevo fare? mi sono inginocchiata e con lo spirito ho amato una goccia di quel Sangue divenuta fango, ho adorato quel Sangue e ho pianto... ho capito allora che per essere Sapienti bisogna essere come quella polvere e supplicare Cristo affinchè ci inondi del Suo Sangue....non ci può essere Sapienza senza farsi attraversare, inebriare e plasmare dal Sangue di Cristo.

lunedì 20 agosto 2012

...salendo sul monte del Calvario

...stavo pregando il Santo Rosario...arrivata al quarto mistero doloroso, improvvisamente, mi sono tornati alla mente fatti che mi hanno recentemente provocato delle ferite profonde...per cacciarli via ho girato la testa dicendo: "no, andate via!" e piangevo perchè il ricordo delle ferite è ancora fresco. In quel momento il Signore mi ha fatto capire che dovevo portare quelle ferite sul Calvario perchè, se le avessi buttate alle spalle o se le avessi ignorate, non avrebbero mai trovato un senso e quindi una risoluzione. Così facendo ho trovato una grande consolazione! Portare sul Calvario  le mie mancanze, le ferite, i pensieri...tutta la mia umanità, significa portare la croce, la nostra croce e seguire con essa Gesù. Portiamo quindi tutto a Cristo anche ciò che ci spaventa di noi stessi, le nostre paure più profonde, la nostra povertà umana...tutto così com'è! Chi siamo noi per essere puri? Siamo ciò che siamo e Gesù ci vuole semplici come colombe. A Lui non serve che intavoliamo grandi discorsi vuole solo che ci presentiamo così come siamo con tutte le nostre bassezze. Andiamo da Lui con fiducia, sostiamo con Lui nell'orazione e presentiamo tutto cominciando dalle cose più brutte e spregievoli che si annidano nelle pieghe nascoste del cuore (invidie, gelosie, inquietudini, paure, ira ecc.) e chiediemogli di cambiarci...dopo aver ricevuto il consiglio dallo Spirito (un consiglio che dà sempre pace) allora sarà dolce presentare le buone azioni della giornata e ringraziarne il Padre. Dio non accusa mai, non divide, non ci lascia nell'inquietudine...dona sempre la pace del cuore, una pace che non è di questo mondo. Coraggio, il Signore ci vuole tutti con Sè! Che è confessare a Dio le nostre fragilità e miserie? Vi assicuro che è un niente in confronto al gaudio, alla pace che si vive dopo questo momento giornaliero di intimità con il Signore! Buttiamo fuori il sacco: avete vissuto un momento di tristezza? diteglielo! Avete sbagliato? diteglielo! Avete mancato di carità? Diteglielo! Avete pensato male di Dio o della Sua Chiesa? Dite tutto con semplicità! Buttate fuori tutto, non tenetevi niente e lasciate perdere l'amor proprio o l'egoismo che dir si voglia! Spogliatevi di tutto altrimenti il pensiero ritornerà a quel momento, a quel fatto, a quell'azione ecc...e diventerà zavorra, un pensiero ossessivo e inutile che rimarrà tale perchè non gli volete dare un senso! Portatelo sul Calvario e poi seguite Gesù sulla Croce, offrite tutto sull'altare della celebrazione Eucaristica e rimanete in ascolto. Dio si dona senza misura quando vede un'anima desiderosa di Lui, del Suo consiglio e della Sua consolazione...

qualcosa sull'orazione


L'orazione è come una veste bianca che protegge l'uomo dagli assalti del mondo e del maligno...è la veste che copre le passioni, che le addormenta, che libera l'uomo dagli inutili attaccamenti. Attaccamenti al mondo, alle cose, agli affetti, all'istinto di felicità, alla fama ecc…quanti sono i lacci che tengono legato il nostro piccolo cuore! Eppure c’è un legame, un legame santo e indissolubile ed è quello che dovrebbe rafforzarsi! Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo”, così scrive Davide nel salmo 138 (v.14)…si, Dio ci ha fatto come un prodigio, Egli ci ha creati a Sua immagine e somiglianza per amore e ci ha donato il Figlio affinchè noi potessimo essere una sola cosa con Lui. L’uomo anela la libertà ma non sa che la libertà è nell’unione con Dio, non lo sa perché non l’ha mai sperimentata! Nella Chiesa ci sono vari ministeri ma ciò che accomuna tutti è l’unione con Dio: più cresce tale unione, più Dio ci santifica. La santità non si raggiunge correndo, non si raggiunge facendo cose, non si alimenta con le parole, la santità si raggiunge con l’unione. Come far crescere questa unione? Come raggiungere la felicità? Come liberarsi dalla schiavitù degli attaccamenti? Ecco che Dio, l’Onnipotente, il Perfetto, la Misericordia, la Giustizia (ecc..) si annichila facendosi uomo per salvare l’uomo e ci ammaestra.

Leggiamo il Vangelo! Meditiamo quanto sia stata importante l’orazione nella vita terrena di Gesù, meditiamo come questa Santissima unione con il Padre e lo Spirito Santo sia stata continua, come in ogni miracolo importante si manifesta questa unione! Spesso pensiamo a Gesù come Dio disincarnandolo o alle volte, viceversa, lo umanizziamo troppo secondo i nostri gusti…Egli ha una carne e pur sentendone i morsi non ha ceduto al peccato, Egli ha una psiche e pur sapendo a cosa andava incontro, si è umiliato di fronte al Padre dicendo: non la mia ma la Tua volontà sia fatta. E Maria? La nostra Mamma, la Regina Santissima del Cielo e della terra, Lei la tutta Santa ha un cuore di mamma come tutte le mamme dovrebbero avere…come ha fatto a sopportare l’insopportabile? L’unione con Dio, unione a cui siamo capaci per mezzo della grazia santificante che Gesù ci acquistò sulla Croce, eleva lo spirito umano divinizzandolo, liberandolo da ogni schiavitù… Bellezza, o Somma Bellezza di Dio che ci vuoi tutti con Te, tutti belli e puri per essere con Te nel gaudio eterno del Paradiso! Che sarà mai il Paradiso se i santi preferivano morire atrocemente pur di godere la visione beatifica di Dio! Vita mille volte beata quella di colui che si occupa in ogni momento di fare crescere questa unione Santa con Dio! Ma come possiamo noi piccoli arrivare a queste vette? Iniziamo fratelli con l’umile orazione quotidiana e man mano incrementiamola perché tutto può diventare preghiera anche le azioni più piccole se si fanno con amore! Anche lo sforzo che facciamo di non rispondere a colui che ci fa del male può diventare preghiera! E parliamo con Dio sempre più spesso…è Lui il nostro unico confidente, Lui l’unico che ci può difendere con giustizia senza ledere la carità, Lui l’unico che ci conosce fino in fondo e che soprattutto NON CI GIUDICA perché è venuto per salvarci. Raccontiamogli della nostra giornata, delle nostre delusioni, dei nostri affanni, sofferenze e delle nostre gioie…incrementiamo il dialogo con Lui. L’orazione “crea” uno spazio in noi in cui possiamo riposare, dialogare e ascoltare Dio…è uno spazio in cui noi possiamo essere noi stessi così come siamo. Ah la natura umana! Quanto male ci ha fatto il peccato originale! Con il peccato sono entrati la paura, i vizi ecc… tutte cose che ci allontanano da Dio! Ma come può l’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio aver paura di Dio? Come può l’uomo destinato a essere pienezza del creato aver paura di essere giudicato? Semplice: l’uomo ha perso la sua innocenza e il diavolo lo tenta facendogli credere che quella innocenza non potrà più riaverla! Povera la nostra mente! Siamo così martoriati, degradati dal peccato, così ciechi che pensiamo questo miracolo impossibile a Dio! Ma cosa è impossibile a Dio?

… Il peccato infine ci fa odiare noi stessi, ci fa sentire indegni del perdono…ma c’è di peggio: l’essere umano non può sopportare tutto questo e spesso rovescia la frittata dicendo a se stesso di non aver bisogno di essere perdonato. Ecco il dramma delle confessioni! alcuni religiosi non si confessano più perché tanto Dio perdona, tanto Dio è misericordioso, tanto cosa devo confessare infine: che non ho fatto i vespri? Che potevo rispondere meglio a quella persona? I miei peccati sono inezie rispetto a quelli degli altri! Maledetta superbia: odiosa a Dio e agli Angeli che ci assistono! Umiltà, umiltà e ancora umiltà! Siamo tutti bisognosi di Dio! Mi fa ridere infine chi dice: “non ho il coraggio di confessarmi perché mi vergogno!”…e che io non mi vergogno dei miei peccati? Guai se non ci vergognassimo anzi menomale che ci vergogniamo! Vuol dire che abbiamo conservato un briciolo di coscienza! Chi siamo noi per pensare di non poter fare un determinato peccato? E se ci viene un pensiero brutto nei confronti di Dio chi siamo noi per giudicarci? Chi siamo noi per non macchiarci della bestemmia che serpeggia nelle parole e negli atti contro Dio? Siamo una miseria: tutto qui! E Dio forse si scandalizza delle sue creature? Dio detesta il peccato mai il peccatore! La vita spirituale inizia nella libertà, nella sincerità, nella semplicità e nella chiarezza.

Come potete pretendere che i laici si confessino se voi non lo fate? Come potete lamentarvi che non ci sono vocazioni, che le parrocchie sono vuote se l’unione con Dio non è la vostra occupazione principale? Guardate vi prego il curato D’Ars! Meditate la vita dei Santi perché sono i vostri più cari aiutanti!

L’umile dice alla fine della giornata: “Signore sono una schifezza, mi presento pieno di macchie…oggi ho fatto questo e questo ecc… ma ti amo tanto…perdonami e insegnami a essere buono” e Dio, che si compiace degli umili, parla al cuore di suo figlio e insegna, sana dove il peccato ha lasciato delle ferite, abbraccia, consola e dà vigore allo spirito…e questo lo fa sempre sol che lo vogliamo.


mercoledì 11 luglio 2012

Il senso della sofferenza

Gesù dice "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero" (Mt. 11,28-30)... cosa vuol dire questa parola? Senza dilungarmi oltre misura, vi scrivo cosa mi ha insegnato il Signore in questi giorni. Vi sarà capitato di vivere una situazione dolorosa: la morte di qualcuno, essere trattati male da qualcuno ecc.. bene: cosa ci fa veramente soffrire? Scavando più a fondo ho scoperto che ciò che mi dilania il cuore è la mancanza di senso. Uno dei più grandi successi di Vasco Rossi parla proprio della mancanza di senso...e perchè è un successo? perchè questa mancanza di senso è qualcosa che tutti abbiamo in comune...tutti almeno una volta nella vita, sentiamo che manca un senso alle cose, un senso alla vita! Quando arriva questo pensiero: "ma che senso ha?" la domanda spesso rimane senza risposta oppure emerge una risposta "fai-da-te" utile al momento, utile per non pensare più alla domanda. Chi rimane sulla domanda, non accettando le risposte usa e getta, fai-da-te,  entra in crisi...una crisi profonda! Chi lavora con i tossicodipendenti, con le persone depresse ecc... non fa altro che aiutarle a trovare un senso nella vita...un senso alla sofferenza che sentono dentro. Quando la vita ha un senso, quando la sofferenza ha un senso il nostro cuore ritrova la pace. Guardate potrei stare ore a scrivere su questo argomento ma non voglio annoiare nessuno...
La pace è il primo dono del Risorto ed è ciò di cui il nostro cuore ha bisogno  e questo stato di pace lo possiamo vivere solo se sentiamo di avere un senso. Quando ci troviamo di fronte alla morte o ad un'azione malvagia non possiamo trovarne un senso...perchè? perchè il male non ha senso, perchè l'uomo non è fatto per il male ma per il bene, per vivere nel bene e con il bene! Il male lo subiamo come un errore di un software... e abbiamo bisogno di aggiustare subito le cose alla meno peggio. Questo è il problema: gira che ti rigira ci ritroviamo sempre alla stessa domanda: "che senso ha  ......?".
Gesù è venuto sulla terra per "rimettere a posto le cose", Gesù è venuto a dare un senso alle situazioni che ci opprimono che ci fanno stare male, Gesù è venuto a fare nuove tutte le cose! In Dio ogni avvenimento ha un senso, ogni nostra lacrima è contemplata in un disegno di amore infinito, ogni dolore ha il suo posto. Con Gesù il male non si subisce passivamente ma diventa corona di gloria, diventa crescita spirituale, diventa un dono che incrementa la nostra capacità di amare. Tutto ha senso in Dio e in questo riposa l'anima mia...
Quando puoi dare un senso a ciò che ti fa soffrire allora la croce diventa leggera anche se fa male. Il ristoro di Dio è la pace, una pace che possiamo avere solo se cerchiamo in Lui il senso di tutte le cose.

domenica 6 maggio 2012

La vite, i tralci e il vignaiolo


[1]«Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. [2]Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. [3]Voi siete gia mondi, per la parola che vi ho annunziato. [4]Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. [5]Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. [6]Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. [7]Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. [8]In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. [9]Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. [10]Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. [11]Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena." (Gv. 15, 1-11)
Questo è il premio: la gioia di Cristo! Gesù dice “io sono la vite e il Padre mio è il vignaiolo”…bene se il Padre è il vignaiolo vuol dire che ha cura della vite, che la ama, che aspetta di vederla germogliare e di coglierne i frutti. I tralci sono le parti della pianta in cui germogliano i frutti: i tralci siamo noi. Cosa fa il Padre con i tralci?Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto”…la cosa preoccupante è che chi porta frutto viene potato affinché porti più frutto. Sembra strano ma in natura accade proprio così: ho un melo in giardino, circa 20 giorni fa un amico di famiglia è venuto  a trovare mio padre e dato che conosce le piante ha preso le cesoie e ha potato il melo…povero melo! Alla fine dell’operazione sembrava uno zeppo! Eppure oggi ha foglie e fiori! Così fa il Padre con noi, ci lascia portare frutto ma quando si accorge che oltre quello non possiamo dare altro allora ci pota, ci stacca da ciò che viviamo  anche in maniera traumatica (il melo non si diverte ad essere tagliuzzato figuriamoci noi!) e aspetta. Questa parabola è fonte di speranza per tutte le persone che soffrono perché ci apre un orizzonte diverso. Il Padre ci sradica da una situazione e ci chiede di fare silenzio e di stare con Lui. Il melo non piange ma noi quando veniamo potati si…chi ci può capire? La vite-Cristo che soffre intimamente con noi e il vignaiolo- il Padre che è costretto, per un bene maggiore ad accettare questa sofferenza. Ci sono poi potature e potature…quelle leggere servono per correggerci e non fanno poi tanto male…ci sono invece le potature profonde che ci segano l’anima. Quest’ultima potatura ti riduce ad uno zeppo, ad un respiro tra la vita e la morte e sai che fino a quando non germoglierà una fogliolina starai così…in attesa. Dopo la potatura viene il tempo dell’avvento! In realtà non sappiamo se rifioriremo di nuovo perché non dipende solo a noi ma anche dal vignaiolo…però il vangelo ci dice che c’è una speranza che noi non vediamo e che dobbiamo accettare per fede anche se sembra impossibile. L’unica cosa che possiamo fare affinché questa parola si realizzi  è quella di rimanere nell’amore di Cristo. La potatura ci dilania, ci rende ciechi, ci disperde, ci fa perdere la speranza ma questa parola almeno ci insinua il dubbio che forse oltre il dolore e la sofferenza possa esistere per noi la gioia di Cristo, una gioia che è riservata solo a coloro che vengono potati. Se prima ci preoccupavamo di portare frutto, dopo una potatura seria non ci interesserà neanche di essere vivi o morti e quando arriverà il momento in cui appariranno timidamente dei frutti li guarderemo con rispetto pensando che sono germogliati dalle nostre lacrime, che sono i frutti delle nostre viscere e del nostro cuore spezzato…si li ameremo e lasceremo che siano colti solo da Colui che può comprenderne il significato: il vignaiuolo.


lunedì 27 febbraio 2012

Quaresima: la sfida si accende!

Ieri ho vissuto alcune situazioni che mi hanno portato a riflettere di più sul senso della Quaresima. Come tutti sappiamo il tempo della Quaresima è considerato un tempo "forte" e per questo i nostri bravi pastori si accalorano sull'ambone parlando di digiuni, preghiera, piccole rinunce per aiutarci a capire cosa significa che Gesù ci ha salvati, quale dono immenso abbiamo ricevuto! In realtà sto rendendomi conto che la Quaresima è un tempo che ci serve per gustare di più la vita, per ringraziare Dio di tutto ciò che abbiamo. Pensiamo a Giovanni Battista nel deserto...e poi ai 40 giorni di Gesù nel deserto: cosa facevano lì? Entrambi si preparavano, entrambi attendevano, entrambi stavano in silenzio, entrambi ascoltavano Dio che gli parlava.  Sembra facile vero? per arrivare ad ascoltare Dio hanno dovuto combattere contro i propri bisogni primari (e non solo)! Si, nel deserto non si tratta di fare una piccola rinuncia del tipo: oggi non mangio carne! Nel deserto si vive ogni sorta di digiuno ma ce n'è uno che è quasi impossibile vivere: qual'è? Rifletteteci su qualche istante...è molto importante avere una risposta chiara perchè è proprio qui che inizia la lotta ed è necessario conoscere questo nostro nemico per poterlo vincere. Nel Vangelo Giovanni Battista dice di essere un uomo che grida nel deserto, che annuncia; di Gesù invece sappiamo che ha lottato con Satana quando era agli estremi delle forze (dopo 40 giorni nel deserto)...ma oltre alla fame, al freddo, al caldo, alla sete, alla mancanza del calore umano e delle relazioni sociali quotidiane: contro che cosa hanno lottato? Con i loro pensieri, contro quel turbinio di parole ed emozioni che fasciano la testa, contro la paura dell'oggi e del domani... Come si combatte tutto questo? Uscendo fuori da questo innaturale ripiegamento in noi stessi che ci fa impazzire! Se pensiamo troppo a noi stessi e ci ripieghiamo nei nostri piccoli pensieri non facciamo altro che ingigantire il problema che stiamo vivendo ed entriamo in una forma di nevrosi senza possibilità di uscita...e così ci perdiamo la bellezza e la pienezza della vita. Sia Giovanni che Gesù ci insegnano che l'unico modo per uscire da noi stessi, da questi pensieri che ci incatenano al suolo, è guardare l'Altro cioè fissare lo sguardo in Dio! Quando la nostra natura piange perchè privata di qualcosa, non guarda in faccia nessuno: comincia a bramare a desiderare ciò che le manca...la nostra carne comincia ad urlare, la mente anche ed è proprio in quel momento che lo spirito affranto grida al Padre, grida nel deserto, grida perchè è l'unica forza che gli è rimasta, l'unica speranza! è una lotta all'ultimo sangue perchè il Padre vuole che sperimentiamo questo deserto, questa lotta e quindi sembra che non ci risponda subito. Ma poi cosa accade? Quando con la Grazia riusciamo a vincere la carne e la mente ecco che sperimentiamo la pace vera (quella di Cristo), la gioia di vivere, la gratitudine verso il Padre che non ci fa mai mancare niente!
Come è nata questa riflessione? Ieri sono andata a Messa...mi sentivo piena di gioia e al momento della pace sono andata in giro a porgere la mano a tante persone cercando di trasmettere ciò che stavo vivendo...bè sapete cosa è successo? la maggior parte delle persone e dei bambini mi davano la mano ma non mi guardavano in faccia! Fateci caso...in un momento di gioia come questo le persone (adulti e bambini) guardano in basso e sono quasi tristi...sembrano ripiegati in se stessi. Dov'è la gioia dell'incontro con Cristo?? Dov'è la gioia di scambiarsi un sorriso fraterno? Ringrazio Dio per il parroco della mia parrocchia perchè nel momento della pace scende dal presbiterio con un bel sorriso e va a portare la pace di Cristo a tutti i presenti "costringendoli" così ad uscire un attimo dai loro pensieri. La Messa è un momento intimo, familiare, bellissimo perchè ci unisce a Dio e ci fa sentire fratelli...le nostre paturnie devono starsene fuori o meglio è proprio in questo momento che possono essere trasformate! Un sorriso gratuito può cambiarci la giornata!

Ieri sera il mio fratellino spirtuale mi ha fatto conoscere una signora molto povera...siamo andati al dormitorio delle donne senza tetto. Sinceramente mi aspettavo di trovare un ambiente triste, facce spente, deluse e sofferenti...e invece mi sono sentita quasi in famiglia. è stato bellissimo vedere volti sorridenti, donne che si conoscono solo per il fatto di non avere una casa, donne che si aiutano nella povertà. Certo non voglio dire che sia un ambiente idilliaco ma che lì è presente il seme del Regno di Dio, un seme che spesso nella nostra vita non vediamo e che quindi non aiutiamo a crescere. Nella povertà, nel niente si può scoprire la pienezza della vita e questo avviene solo donandosi all'altro. Con questo non voglio dire che dobbiamo diventare tutti dei senza tetto ma che è necessario riscoprire questo seme in noi, farlo crescere attraverso l'ascolto della Parola di Dio, facendo silenzio ai pensieri inutili e ossessivi sull'oggi e sul domani, cercando di vivere in grazia e ricordandoci soprattutto che siamo stati salvati. Fratelli carissimi siamo chiamati a vivere l'Amore e ad essere felici nella semplicità delle piccole cose...questo secondo me è il senso della Quaresima.

venerdì 6 gennaio 2012

Epifania

Questa mattina mi sono svegliata pensando alla manifestazione del Signore... di solito i cristiani sono chiamati ad andare da Gesù insieme ai Magi e ai pastori. Quante volte ci siamo immaginati di essere uno di questi meravigliosi personaggi! Di immergerci nell'atmosfera di quella misera grotta per poter vedere anche noi cosa stava accadendo! Questo è il punto: cosa sta accadendo? Andiamo a vedere anche noi! Cosa troviamo? Tre personaggi vestiti splendidamente in ginocchio di fronte ad un bambino come tanti! Perchè tutto questo? Ascoltiamo il nostro cuore...cosa ci sta dicendo? A me sta dicendo che quel Bambino è l'Onnipotente che si è fatto piccolo per non umiliare la mia miseria...che quel Bambino è venuto per me, per darmi il calore di cui ho bisogno. Siamo così abituati a vedere il Bambin Gesù al freddo in una grotta che non ci accorgiamo di essere noi freddi più della neve! Gesù è venuto per riscaldare i nostri cuori...e lo fa nel modo più dolce possibile: facendosi carne nel grembo di una donna e nascendo innocente e piccolo per invitarci ad abbracciarlo. Come non ci si commuove vedendo un neonato? Questo era l'unico modo affinchè noi, duri di cuore, potessimo accogliere a Dio. Manifestare, mostrare, far vedere Gesù questo è stato il primo annuncio di Maria al mondo: questo bambino è il figlio dell'Altissimo ed è anche il mio piccolo che oggi vi dono per salvare il vostro cuore infreddolito. Maria non ha nascosto Gesù perchè non si possono nascondere i doni di Dio ma non ha neanche messo i manifesti in giro (ci hanno pensato gli Angeli!)...Maria si è limitata a vivere con Gesù nel silenzio del Suo cuore immacolato. Non basterebbero tutti i secoli per ringraziare Dio di averci dato Maria! I doni di Dio si mostrano da soli al momento giusto, l'unica cosa necessaria è rimanere in questo silenzio orante insieme a Maria.
Abbiamo contemplato Signore le Tue meraviglie e ora che ci siamo riscaldati nella fredda grotta di Betlemme e abbiamo gustato il Vero Pane del Cielo, siamo pronti ad andare nel mondo a manifestare senza paura il Tuo grande Amore per noi. Trasformiamo il mondo in un rogo d'Amore! Il fuoco è già acceso tocca anoi spargerlo con l'aiuto dello Spirito Santo.
Auguri a tutti!