lunedì 25 aprile 2011

la verità

Quando cerchiamo la verità, in realtà cerchiamo la nostra visione della verità e troviamo una pseudo-verità che non è la verità! Per trovare la verità dobbiamo lasciare che sia essa a trovare noi: è la verità che trova l'uomo e non viceversa! L'uomo è capace di Dio ed è capace della verità perchè Dio che è la verità ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza.
CAPITOLO PRIMO del Catechismo della Chiesa Cattolica
"L'UOMO È “CAPACE” DI DIO
I. Il desiderio di Dio

 27 Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell'uomo, perché l'uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l'uomo e soltanto in Dio l'uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa.
La ragione più alta della dignità dell'uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo nascere l'uomo è invitato al dialogo con Dio: non esiste, infatti, se non perché, creato per amore da Dio, da lui sempre per amore è conservato, né vive pienamente secondo verità se non lo riconosce liberamente e se non si affida al suo Creatore [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 19]."
Per noi cristiani la verità non è un'ideologia ma una persona: Gesù Cristo ("Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita." Gv 14,6)
Giovanni nella sua seconda lettera scrive: " [1] Io, il presbitero, alla Signora eletta e ai suoi figli che amo nella verità, e non io soltanto, ma tutti quelli che hanno conosciuto la verità, [2] a causa della verità che dimora in noi e dimorerà con noi in eterno.[3] grazia, misericordia e pace siano con noi da parte di Dio Padre e da parte di Gesù Cristo, Figlio del Padre, nella verità e nell'amore. [4] Mi sono molto rallegrato di aver trovato alcuni tuoi figli che camminano nella verità, secondo il comandamento che abbiamo ricevuto dal Padre. [5] E ora prego te, Signora, non per darti un comandamento nuovo, ma quello che abbiamo avuto fin dal principio, che ci amiamo gli uni gli altri."
Su questa premessa di Giovanni si potrebbe scrivere tanto, prima di tutto l'Apostolo afferma che l'amore e la verità non possono essere separate! Spesso siamo noi che operiamo maldestramente certi tagli per poter comprendere meglio cosa significhino questi termini presi singolarmente ma poi ci dimentichiamo di riunirli: non ci può essere amore senza la verità e non ci può essere la verità senza l'amore perchè la verità e l'amore sono unite nella Persona di Gesù Cristo, il Figlio del Dio vivente. Questo concetto è fondamentale soprattutto nel rapporto con le persone. Nella nostra vita quotidiana spesso ci accorgiamo che ciò che consideriamo vero manca di carità e viceversa. Spesso nel nome della carità costruiamo torri di Babele che non hanno le fondamenta nella verità. Perchè? Cristo costruisce ogni giorno per noi il bene ma a noi non basta: dobbiamo sempre aggiungere qualcosa in più! è come se Cristo ci regalasse una sedia bruttina e povera e noi, per renderla più adatta al nostro gusto, ci sforzassimo per arricchirla con stoffe preziose. Purtroppo però arriva il giorno (e arriva sempre!) in cui Cristo fa una sferza di cordicelle e toglie via queste stoffe preziose. Cosa rimane? La sedia bruttina e povera. Quando non si ha più niente quella sedia bruttina diventa un trono, diventa tutto! Ciò che Dio costruisce nella nostra vita e con la nostra vita è amore, un amore vero che rimane in eterno!
In questi giorni ho ricevuto tanti messaggi di auguri, ognuno di essi è un segno di affetto ma la verità l'ho trovata in quei pochi messaggi personalizzati spediti da persone diverse caratterialmente da me. Io non sono la verità, queste persone non sono la verità: Cristo è la verità che ci ha unito nella carità.

lunedì 18 aprile 2011

Preghiera di A. DINI

Ho scritto il mio nome sulla sabbia,
ma il vento poco dopo l’ha cancellato.
Ho scritto i miei sogni sull’acqua del lago,
ma si dissolveranno nel nulla.
Ho scritto i miei pensieri in un libro,
ma questo poco dopo è finito nel fuoco.
Ho lasciato la mia foto per la tomba,
ma sono certo che allora nessuno la guarderà.
C’è sempre dentro di me, o Signore,
una voglia sconfinata di essere ricordato.
Anche tu Signore un giorno, scrivesti qualcosa
sulla polvere della strada,
ma nessuno poté leggere quella tua calligrafia
giacché cancellasti alla svelta tutto.
Una scrittura la tua
che non ha mai avuto lettori.
Forse quella tua cancellazione
altro non è che un sacramento
che apre e dona il tuo mistero.
Le nostre scritture sono scarabocchi
sulla carta bianca.
La tua voce è luce che illumina,
è luce che sconfigge le tenebre;
la tua è parola creatrice,
è parola che è verità;
una verità che si tocca con le mani,
che si vede con gli occhi;
è parola che è come il grembo di una madre
che genera, custodisce e nutre
l’uomo del domani.
Fa o Signore, che la verità luminosa che è in te,
mi possieda totalmente
fino a rendere luminoso anche il mio volto.
Amen

Mi piace pensare che l'uomo da solo non scriverà mai nulla che possa rimanere in eterno e che Gesù, per non umiliarci, si impegna a cancellare la sua calligrafia...Lui vuole scrivere solo con noi...

martedì 12 aprile 2011

Il peccato

Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?»." (Gv. 11,39-40)
Due versi così densi!
Pensavo a quel "togliete la pietra!" e mi veniva in mente la confessione...ripensavo a quel "togliete la pietra" e mi veniva in mente la chiamata di Matteo... "Signore, già manda cattivo odore"ecco cosa produce il peccato! La morte è entrata nella storia dell'uomo con il peccato originale ovvero dal rifiuto dell'amore. Quando pecchiamo puzziamo come fossimo morti da 4 giorni! Il peccato decompone la dignità dell'uomo e l'Unico che ci può far risorgere è solo Gesù. Il peccato è contrario all'amore, non unisce anzi disperde...ci rende soli! Il figlio prodigo sperpera i soldi del padre, l'amore, acquistando peccati per poi rimanere solo a pascolare i porci anzi a desiderare il loro cibo...mi viene in mente il ricco Epulone che una volta morto chiede ad Abramo di mandare Lazzaro, il mendicante pieno di piaghe che aveva disprezzato in vita, per bagnargli le labbra con le sue dita. E Gesù disse loro: «Io vi dico in verità: I pubblicani e le prostitute entrano prima di voi nel regno di Dio»...ed io aggiungo anche i ladri! Gesù dice ancora: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché rassomigliate a sepolcri imbiancati, i quali di fuori appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putredine." (Mt 23,27).
Abbandoniamo quindi il peccato e corriamo da Cristo, Lui solo può salvarci dalla morte!Presentiamo a Lui con coraggio le nostre mancanze e non vergognamoci di essere così deboli perchè Gesù lo sa...ci comprende!«Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?».Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più»(Gv 8,10-11). Sono gli uomini che condannano, siamo noi che ci condanniamo prima di confessare le nostre mancanze! Siamo veramente i tiranni di noi stessi! Il "non giudicate" vale prima per noi e poi anche per gli altri! Il problema è che onoriamo Dio con le labbra ma il cuore rimane chiuso in se stesso nei suoi giudizi:"Infatti dall'intimo, dal cuore dell'uomo escono i pensieri cattivi che portano al male" (Mc 7,21) e non portano la pace...Gesù dice ancora: " Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore." (Gv 14,27)...non abbiate timore perchè Gesù ha vinto il mondo, ha già inchiodato i nostri peccati sulla nuda croce, li conosce uno per uno ma ci Ama ugualmente! Crediamo in questo Amore? Credere che Gesù si sia offerto per salvarci dai nostri peccati significa dare Gloria a Dio.

venerdì 8 aprile 2011

La prima lettura di ieri mi ha dato lo spunto per una bella riflessione che voglio condividere con chi legge questo blog.
Nella lettura presa dal Libro dell' Esodo (32,7-14) è scritto: "si sono fatti un vitello di metallo fuso". Mentre il lettore adempiva il suo compito io mi trovavo in ginocchio e contemplavo nel mio cuore il Crocifisso...improvvisamente mi sono accorta di quanto sia importante per l'uomo guardare Dio. Il Signore disse che l'uomo non doveva farsi un'immagine di Dio...è chiaro: Dio è puro Spirito però l'uomo ha bisogno di guardare, di toccare, di sentire con tutti i sensi che ciò che ha davanti è Dio. Il Padre Celeste ha mandato il Figlio unigenito affinchè noi potessimo avere un'immagine vera di Lui, affinchè potessimo vedere Chi bisogna amare  e Chi bisogna adorare. Non c'è più solamente l'"idea" di Dio che si concretizza con le opere del creato e le azioni nella storia dell'uomo, ma c'è Gesù con il Suo Corpo oltraggiato dall'uomo e Glorioso in Cielo che si fa vedere da noi. Salendo al Padre Gesù ci lascia il Suo Corpo nell'Eucaristia cosicchè possiamo dire che adoriamo Qualcuno che vediamo con i nostri occhi!

giovedì 7 aprile 2011

"errori" e pericoli della vita spirituale 3

Un altro errore è quell'attaccamento che proviamo nel voler per forza sentire qualcosa! mi spiego: ti sarà capitato di sentire persone che dicono:"ho fatto un'ora di Adorazione ed è stata bellissima, mi sono sentita beata...ho quasi vissuto un'estasi!", "Gesù mi ha detto in orazione che mi devo comportare così" ecc.. questo capita un pò a tutti e non è una cosa brutta ma può diventerlo se orientiamo la nostra vita spirituale in funzione di queste esperienze. Dio è Amore e l'Amore si comunica, altrimenti Dio non ci avrebbe creati! Dio comunica con noi nel silenzio del nostro spirito...quindi se il Signore ci comunica qualcosa non è un fatto straordinario ma rappresenta la normalità! Siamo noi che ci chiudiamo alla Grazia ogni volta che rimaniamo in compagnia dei nostri pensieri, che commettiamo mancanze, che ci ripieghiamo in noi stessi nel nostro egoismo, che ci chiudiamo nel nostro angolino pensando di non essere visti da Dio ecc... alcune volte con Dio ci comportiamo come quelle lepri che cercano di nascondersi in un cespuglio: nascondono la testa e lasciano fuori il sederotto: siamo proprio buffi!!! La vita spirituale non è un sentire ma uno stato: è stare con Cristo. Santa Gemma Galgani direbbe che la vita spirituale è essere "soli con Gesù solo". Quest'ultima frase è una grande verità...ci vuole del tempo per capirla a pieno. Inizialmente abbiamo tutti bisogno di un punto di riferimento umano che ci guidi verso Gesù ma poi, andando avanti, ci accorgiamo che l'Unico che ci può capire fino in fondo è solo Lui. Gesù ha sete di noi ma anche noi abbiamo sete di Lui solo che spesso ci perdiamo a bere altre acque che in realtà sono dei veleni. Essere soli con Gesù solo significa vivere come monaci: monaco significa: solo con Dio. Questo non vuol dire che dovremo tutti vivere in un monastero ma che bisogna fare del nostro spirito un monastero e della famiglia un bel chiostro...solo così potranno germinare nuovi santi.

mercoledì 6 aprile 2011

"errori" e pericoli della vita spirituale 2

Gesù si è ben reso conto di quanti sia difficile e complicata la condizione umana e Lui non aveva il peccato originale!!!
Cosa ha fatto Gesù nella sua vita terrena? Sicuramente quando era piccolo giocava con gli altri bambini, ascoltava Maria che gli parlava dei Profeti di Israele, guardava Giuseppe lavorare il legno ed imparava a fare altrettanto. L'uomo ha bisogno di mangiare e Gesù si impegnò nel lavoro per forse più di 20 anni! Vi immaginate la scena? In quel periodo c'erano persone che uscivano di casa per andare dal Legnaiuolo di Nazareth per ordinare un tavolo oppure una cassapanca e non sapevano che quel falegname fosse il Figlio di Dio! E Gesù cosa faceva? Prendeva le ordinazioni e iniziava il lavoro! Chissà quante volte Maria, guardando il suo amato Figlio al lavoro, avrà pensato a quanto fosse grande e insondabile l'Amore di Dio! Per  20 anni, o poco più, Gesù ha lavorato come qualsiasi persona, ha partecipato a feste, si è recato in sinagoga, ha riso, ha scherzato e ha pianto... Mi piace soffermarmi sul pianto di Gesù: come ho scritto in un altro post, Gesù piange per la morte di Lazzaro...su questo punto molti hanno dato interpretazioni più o meno mistiche ma a me piace pensare che Gesù abbia pianto semplicemente per la morte di un amico e per la sofferenza che la morte provoca nella vita di coloro che restano sulla terra. Gesù avrà pianto la morte di Giuseppe e avrà pianto nel vedere Maria piangere. Gesù è Dio ma è anche uomo! Piangere non fa apparire Gesù meno Dio ma Vero Dio e Vero Uomo!
Salvo l'eccezione dell'episodio avvenuto quando aveva 12 anni nel tempio, Gesù ha condotto una vita normale e forse è per questo che nel Vangelo non se ne parla. Gesù compie 30 anni e decide di lasciare Nazareth per prepararsi alla Sua missione. Gesù lascia la Sua piccola casetta, il Suo piccolo cielo(sulla terra)- la Mamma- e si allontana per andare in luoghi deserti. Maria è una donna, una Santa Donna ma sempre una Mamma e avrà pianto nel silenzio del Suo Cuore Immacolato...l'unica consolazione era che Gesù stava compiendo la volontà del Padre Celeste. E Gesù? sarà stato felice di lasciare la Madre sapendo ciò che le avrebbero riferito di Lui e sapendo ciò che la aspettava sul Calvario?No, avrà pianto anche Lui.
Per non pensare a ciò che avrebbe subito Lui in quei 3 anni di evangelizzazione! ... Ci rendiamo conto di quanto Gesù ci ami?Gesù ha amato l'uomo fino a piangere sangue, fino ad offrire la Sua vita per la nostra salvezza! Il Cristo sulla croce ha sete di amore, di anime: ha sete dell'uomo! Gesù si è sempre curato delle anime ma anche dei corpi: l'uomo non è solo un' anima ma ha anche una pische e un corpo. Gesù ama l'uomo non solo la sua anima! Se non fosse così non avrebbe tanto senso la resurrezione del corpo, non trovate? é bello il brano in cui si parla della risurrezione della figlia di Giairo...dopo che la fanciulla si mise a camminare Gesù ordinò di darle qualcosa da mangiare. Gesù ebbe fame e fu tentato nel deserto, Gesù ebbe sete e chiese un pò d'acqua alla samaritana (qui l'astuzia è stata quella di chiedere qualcosa per il corpo per poi iniziare una conversazione più spirituale!). Certo lo spirito è più importante della carne e nell'episodio della samaritana è proprio Lui che lo afferma quando dice: "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera", però, sicuramente, dopo aver parlato con il popolo, Gesù avrà mangiato anche un pò di pane!

"errori" e pericoli della vita spirituale

Nei post precedenti ho parlato dell'affettività e ho anche scritto su come Cristo l'abbia vissuta intensamente fino alle lacrime!
Ci sono persone che amano Cristo e che cercano di uniformarsi a Lui e che pensano sia possibile vivere come Angeli su questa terra! San Bernardo la pensava allo stesso modo: era talmente perso in Dio e desiderava che tutti i suoi fratelli benedettini vivessero come Angeli...un giorno si dovette ricredere perchè gli uomini sono uomini e non Angeli! Dio che vive una dimensione sovra-spazio-temporale, ha scelto di entrare nel tempo e nello spazio cioè nella storia e nella vita dell'uomo con tutte le conseguenze del caso: questo è lo scandalo! Dio non ci chiede di vivere come Angeli ma come esseri umani.

lunedì 4 aprile 2011

Affettività (quarta parte)

Più scrivo su questo argomento e più mi vengono in mente un'infinità di cose! Parliamo ancora dell'uomo! Come ho scritto nella prima parte, il battezzato si porta dietro questa ferita che deriva dal Peccato Originale e non solo quella! Quando ci avviciniamo ad una persona di solito non ci rendiamo conto che ci troviamo di fronte ad un'anima ferita, lo facciamo solo quando la vediamo piangere...eppure ognuno di noi ha delle lacrime invisibili che solo Dio contempla! Si, Dio contempla, ama le nostre lacrime e desidera che noi le condividiamo con Lui...
Sicuramente vi sarà capitato di essere stati feriti da una parola-non parlo di parole offensive-ma di quelle parole dette con superficialità che però toccano il cuore, toccano quelle ferite che ci fanno tanto male...per questo S. Giacomo scrive:"ma la lingua nessuno la può domare: è un male ribelle, è piena di veleno mortale. Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa
malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio."(Lettera di Gc cap 3, 8-9). La lingua è una lama che trafigge il cuore. Anche il comportamento, uno sguardo può ferire l'anima: "Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa che vuol dire Pietro."(Gv 1,42). Gesù posa gli occhi su Pietro, su Matteo, su ognuno di noi e quando incrociamo il Suo sguardo veniamo feriti dal Suo amore (S. Giovanni della Croce parla molto di questa salutare ferita d'amore). Lo sguardo di Gesù risveglia "l'ansia"d'amore verso il Cielo ma lo sguardo dell'uomo cosa fa? Gli occhi dell'uomo sono spesso maliziosi, disattenti, stanchi, a volte pieni di un amore tutto umano...sono occhi che non guardano l'altro che sta lì di fronte. Cosa guardano i nostri occhi? Spesso, quando guardiamo l'altro, è solo per scorgere un qualche gesto di approvazione nei nostri confronti...lo sguardo così è guidato dal desiderio di essere accettati e adulati. Alcune volte le persone, che desiderano vivere una vita spirituale, cercano con lo sguardo di mostrare l'amore che sentono nel cuore. Sembra una cosa molto bella ma anche qui bisogna chiedersi che tipo di amore offrono. Molte volte accade che invece di trasmettere l'amore di Cristo si trasmette l'idea che l'uomo si è fatto dell'amore!  Uno sguardo, una carezza, un gesto sono cose semplici che però possono entrare nel cuore e ferire o riaprire ferite antiche mai sanate. Posso dire che il dolore che si prova può essere devastante...
Ci sono delle persone che hanno bisogno di affetto, pensano che tutti gli esseri umani abbiano la necessità di sentire quel calore di cui loro hanno bisogno e quindi si lasciano andare ad espressioni verbali e manifestazioni fisiche un pò accentuate...pensate ad una ragazza che guarda negli occhi un ragazzo per un tempo un pò prolungato, pensate agli abbracci troppo espansivi, pensate ai sorrisi...tutte cose belle che la ragazza o il ragazzo fa con innocenza ma che possono aprire abissi senza fine. Tempo fa una persona mi scrisse: "l'abisso chiama l'Abisso", cioè l'abisso del dolore umano chiama, grida all'Abisso dell'amore di Dio. Nel Vangelo c'è un uomo che grida ed è Giovanni Battista: lui grida nel deserto dell'anima...anche noi facciamo questa esperienza: gridiamo insieme agli Apostoli: "Maestro, non t' importa che moriamo?"(Mc 4,38) o come Simon Pietro: "Signore, salvami!"...il grido dell'uomo si unisce all'ultimo grido dell'Uomo Dio sulla croce...
Cosa fare?
Credo che la cosa migliore sia avvicinarsi all'altro "in punta di piedi" sapendo che comunque abbiamo di fronte una persona che ha in sè molte ferite. Ci vuole tatto, rispetto e prudenza e soprattutto molta orazione: mi sono tanto commossa quando un sacerdote ha confessato di essere stato guarito adorando Gesù nell'Eucarestia... questo è l'atteggiamento più giusto: mostrare a Gesù le nostre ferite e chiedergli di sanarle per poter amare veramente il prossimo. Il medico può curarci solo se mostriamo le ferite! Apriamo il nostro cuore ferito a Cristo: Lui è il Medico che può veramente curare e riempire il vuoto che sentiamo in noi!
Sembra facile ma anche qui abbiamo paura di provare altro dolore: per chiudere una ferita bisogna cauterizzarla con il fuoco dell'amore! L'amore chiama l'Amore! Man mano che scopriamo le nostre ferite, Cristo comincia la Sua opera d'amore con calma e tanta tenerezza! Stiamo attenti a come opera Gesù! Vedere le nostre ferite, accettarle, amarle perchè Cristo, il Figlio di Dio, si china su di esse per baciarle, ci fa capire come dobbiamo comportarci con il prossimo. 

Affettività (terza parte)

In questi giorni ho cercato di darmi una risposta alla seguente domanda: Cristo come ha vissuto l'affettività? Dato che è Lui in nostro modello abbiamo il dovere e la necessità di confrontarci con Lui e di imparare quale sia il modo più salutare, più vero, più giusto di vivere l'amore. Leggendo il Vangelo più attentamente ci rendiamo conto che Gesù sulla terra ha amato veramente l'uomo e addirittura sono gli stessi "nemici" di Gesù che lo riferiscono apertamente:"Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: «Dove l'avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Vedi come lo amava!» (Gv 11,33-36). Si, il Gesù che è entrato nella nostra storia, ha amato Lazzaro, si è commosso quando ha visto una madre in lacrime che andava a seppellire il figlio e lo ha risuscitato; si è commosso quando a Betsàida gli condussero un cieco: "Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quegli, alzando gli occhi, disse: «Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa (Mc 8, 23-25);e l'episodio della Maddalena? Veramente il Vangelo è intriso dell'umanità e della divinità di Cristo! Quanta delicatezza nel toccare le ferite dell'uomo!36 Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. 37 Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; 38 e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.
39 A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice».44 E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45 Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. 46 Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. 47 Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. 48 Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». 50 Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va' in pace!». ( Luca cap 7). Gesù non la giudica, la ama: ama un'umanità degradata che desidera rialzarsi! E ancora:"Entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto" (Mt 8,5-8)..il centurione non si sente degno di ospitare Gesù come il pubblicano che non riesce a guardare Dio perchè sa di essere un peccatore...ma poi cosa accade? Gesù forse giudica il centurione? No...anzi lo ammira! E il pubblicano? Se ne va  giustificato e, oserei dire, perdonato! Mentre l'uomo non "vede l'ora" di condannare, Dio non "vede l'ora" di perdonare! Perchè l'uomo condanna? perchè vuole dimostrare di essere migliore degli altri e infatti, per giudicare, non ha come termine di paragone Dio ma se stesso! Dio perdona perchè ama e noi dovremmo imparare a fare altrettanto. Per perdonare l'altro abbiamo bisogno di perdonare prima noi stessi, di non giudicare le nostre azioni ma di amarci per quello che siamo: una miseria infinitamete amata da Dio! Siamo amati perchè siamo Suoi figli...

venerdì 1 aprile 2011

preghiera

la preghiera è uno stato d' essere ... è il balbettio dell'anima che cerca Dio.
tutti abbiamo bisogno di imparare da Cristo a pregare...