Mi sono accorta di non vivere a pieno la gratitudine (è un passo in avanti!), mi sono chiesta se, nonostante le situazioni delicate che ho affrontato con Cristo, mi sia mai sentita grata della Sua presenza, di tutto ciò che mi dona ogni giorno ecc. Certo qualcuno potrebbe dire che esistono le preghiere del mattino in cui si offre a Cristo tutta la giornata e si ringrazia per aver aperto gli occhi al nuovo giorno ... e le preghiere della sera in cui si ringrazia Dio per ciò che abbiamo ricevuto … ma quanto siamo convinti di quello che pronunciamo con le labbra? “questo popolo mi onora con le labbra …”. Perché non siamo capaci di ringraziare Dio con il cuore? Analizziamo come ci comportiamo con le persone. Uno dei problemi di fondo è che secondo me diamo troppe cose come fossero scontate: vi sarà capitato di cercare una penna per scrivere una cosa importante ma in quel momento non si trova perché è nascosta in una borsa che farebbe invidia a Mary Poppins! Ecco che in quel momento arriva qualcuno che ti offre una penna, la prendiamo iniziamo a scrivere … alcune volte pronunciamo un grazie automatico senza pensare che quella persona per arrivare a prestare la sua penna, sarà stata attenta nell’osservare cosa stavamo cercando, si sarà messa nei nostri panni, avrà pensato: “io ce l’ho: ora gliela presto!”(ad essere cattivelli, alcuni potrebbero aggiungere “speriamo che non me la freghi!”), avrà cercato la sua penna nel taschino o nella borsa per portarcela: insomma avrà dedicato un po’ di tempo solo a noi! Sembra una cosa banale, anzi spesso avviene tutto automaticamente eppure qui troviamo il riconoscimento di un piccolo bisogno e lo sforzo da parte di un “tu” di risolvere il problema. In una società come la nostra possiamo dare per scontate queste piccole azioni? NO! Certo non intendo dire che dobbiamo inchinarci di fronte ad una persona che ci presta la penna, ma che sarebbe bello sentirsi grati anche per queste piccole cose! Se non dessimo tutto per scontato forse faremo esperienza della gratitudine. Ovviamente è più facile essere grati ad una persona che ci dà da mangiare quando siamo affamati, ma dobbiamo aspettare di vivere una condizione del genere per essere grati, cioè essere felici? Si, perché la gratitudine ci riempie, ci fa sentire felici. Perché? Quante volte ci sentiamo come fantasmi in un chiassoso deserto pieno di asfalto, claxon, luci,palazzi, voci, musi lunghi, pensieri sospesi ecc … in cui l’uomo diventa una cosa tra le cose … non si guarda più l’altro come possibile fonte di scambio di opinioni, ma come un problema in più da risolvere e quindi da allontanare! Quante volte ci sarà capitato di cambiare strategicamente strada per non incontrare un conoscente che sta vivendo una situazione difficile pensando: “ho troppi problemi io, non mi posso caricare del modo intero! Troverà qualcun altro!” Detta così sembra veramente una brutta cosa ma anche le persone migliori probabilmente avranno fatto un pensierino di questo genere! Arriviamo persino a non chiedere aiuto alle persone perché abbiamo paura che insieme all’aiuto arrivi anche qualche peso in più da portare per loro! E poi vale sempre il detto” chi fa da sé fa per tre” e quindi ci priviamo appositamente di dover ringraziare qualcuno! Bè allora cosa dovremo fare? Dovremo uscire dalla logica che a volte ci sembra giusta del “faccio tutto io” e dare occasioni all’altro di poter vivere una carità gratuita. Se Gesù ha detto che non mancherà una ricompensa a chi darà da bere anche solo un bicchiere d’acqua a qualcuno, sono sicura che darà una ricompensa anche a chi ci presta una penna! Dio non dà nulla per scontato e contempla ogni nostro piccolo atto di carità per riposarsi in esso. Com’è felice Gesù di vedere che gli uomini si aiutano, si amano nelle piccole cose di ogni giorno! Ogni volta che chiediamo aiuto ad una persona o doniamo il nostro tempo a qualcuno alla fine ci sentiamo felici un po’ come la parabola dei due figli: quello che va a lavorare nel campo pur non volendo farlo tornerà a casa contento (anche se non è scritto)perché ha fatto la cosa giusta, perché vive nella verità, nel bene. È bello inoltre sentirsi grati perché non ci si sente soli, ci si sente parte di un qualcosa, la gratitudine crea legami importanti tra le persone. La società moderna tende a disperdere e a rompere i legami… e Gesù disse: “quando colpiranno il pastore le pecore si disperderanno ma poi riunitevi, mi troverete in Galilea!” Quando non c’è l’amore c’è dispersione, allora anche un piccolo grazie detto con il cuore e accompagnato da un bel sorriso, può favorire un’unione.
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