domenica 11 settembre 2011

L'altra sera mi è venuta in mente questa frase: "Fare un cammino spirituale non significa avere la coscienza apposto ma al contrario significa sapere di non averla: per questo seguiamo Gesù perchè non siamo apposto ma vorremo esserlo. Nessuno è innocente e solo la grazia può sollevare la nostra misera volontà". Seguiamo Gesù perchè speriamo in Lui e possiamo farlo solo se abbiamo fatto esperienza di Dio nella nostra vita. Purtroppo se non lasciamo che Dio entri nella nostra storia non potremo mai capire parole come speranza, amore, misericordia, digiuno, umiltà, povertà, castità, obbedienza ecc...
è bello e consolante pensare che ad un certo punto della nostra vita non ci sentiamo apposto! Magari non ci sentiamo apposto nei confronti di ciò che reputiamo giusto...ma purtroppo siamo dei maghi a rigirare le situazioni (ci giustifichiamo sempre), forse non ci sentiamo apposto nei confronti di Dio e anche qui molto spesso facciamo i conti con un'immagine distorta di Dio: o abbiamo in mente un Dio punitore (abbiamo sbagliato quindi meritiamo una punizione), o un Dio troppo liberale (faccio quello che mi pare tanto Dio poi mi perdona), ecc... insomma per ogni caso c'è una visione di Dio ad hoc! Quindi la domanda interessante sarebbe: quando non ti senti apposto con chi ti confronti? La risposta è ovvia: ci confrontiamo con noi stessi! Inizialmente, nel momento di crisi, la risposta che troviamo nella nostra mente o che prendiamo in prestito da altri pensatori (certamente un pensiero che si confà con il nostro modo di pensare!) può risollevarci dall'oscurità...ma cosa succede in un secondo momento? Quella sensazione di non sentirsi apposto risorgerà a nuova vita! Cosa facciamo? O continuiamo a fare ciò che abbiamo sempre fatto, oppure cambiamo linea! Questo discorso si collega molto con l'idea che abbiamo di verità. Che cos'è la verità? questa è la domanda che Pilato fece a Gesù. Che domanda terribile e ancora più terribile è pensare che tante persone non solo non sanno cosa sia la verità ma soprattutto neanche si pongono il problema! La verità è qualcosa che appartiene all'uomo e non possiamo ignorarla nè accontentarci di vivere una pseudo verità che non ci soddisfa pienamente! Siamo fatti per la verità tutta intera non per un'idea circa la verità, non per un pluralismo infinito di verità che ci separa. La verità è una e ci unisce tutti! Per poter fare esperienza di Dio è importante far sorgere nell'altro questa domanda e proporre un cammino di ricerca della verità...si amici, cerchiamola questa verità, corriamo per il mondo con questa sete infinita di verità e gli altri ci seguiranno! Mi viene ora in mente una scena del film Forrest Gump in cui il protagonista inizia a correre senza sapere il perchè...tantissime persone lo seguono e ognuno si fa un'idea, si dà una motivazione su questa corsa... i corridori guardano Forrest come fosse un profeta, un nuovo guru ma ad un certo punto il protagonista si ferma e pianta tutti in asso perchè era "stanchino". Questa non deve essere la nostra fine! Noi corriamo verso una meta che "conosciamo", corriamo verso quel Gesù che ha compiuto miracoli nella nostra vita e non ce lo dobbiamo dimenticare! Di fronte a noi c'è Gesù Eucaristia che ci precede: andiamogli incontro! Le persone che si uniranno alla nostra corsa sono persone che hanno sete di verità, che ci seguiranno lungo le salite, le discese, i tratti lunghi e aridi della vita e, anche se inizialmete sarà un'idea a guidare i loro passi, piano piano si accorgeranno che è l'Amore di Gesù che crea l'unione tra tutti i membri....a quel punto non ci si potrà fermare più.

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