giovedì 31 marzo 2011

Affettività (seconda parte)

In che cosa si vede che la nostra affettività e non solo quella, è disordinata?  è facile accorgersi che abbiamo la tendenza ad assolutizzare ciò che è imporante per noi e lo facciamo in maniera sbagliata, ad es.: ieri camminavo e pensavo a come risolvere un problema (dovevo trovare una persona adatta per un compito importante), in quel momento ho pensato: "bè riguarda la parrocchia, quindi, ora, vado dal parroco e me lo faccio risolvere da lui!" ma poi ho riflettuto se era opportuno disturbare il parroco: mi trovavo davanti ad un problema ma lui sicuramente ne aveva mille! In una parola: avevo assolutizzato il problema, l'avevo dichiarato irrisolvibile ed ero decisa ad andare dal parroco per affibbiargli anche questa situazione! Ho iniziato a pregare e la soluzione è arrivata!
Un altro errore è quello di elevare a idolo la persona a cui vogliamo bene o una persona che ammiriamo. Anche qui tendiamo ad assolutizzare: "lei è l'amore della mia vita, se mi lascia mi ammazzo!"; "questo sacerdote è il migliore....pensa che vado in chiesa solo per ascoltare le sue omelie!". Sembrano esempi banali ma in realtà molte persone la pensano così e dirò di più: anche noi siamo tentati ad andare da un sacerdote invece che da un altro e ci nascondiamo dicendo a noi stessi che non ci sia niente di male...e sotto sotto sappiamo che ci andiamo per stare bene! Fin qui niente di strano...vediamo cosa accade: entriamo in chiesa, ci sentiamo felici perchè sappiamo che ascolteremo una bella omelia, guardiamo il sacerdote X e ci sentiamo ancora più felici (qui è facile dire che non è vero ma dove la mettiamo la delusione che subentra se ci accorgiamo che quel sacerdote non è potuto venire?), il sacerdote fa la sua bella omelia e noi ci sentiamo rapiti in estasi! Usciamo dalla chiesa e vorremo parlare a tutti dell'omelia che abbiamo ascoltato esaltando il sacerdote X! E Cristo? se ascoltiamo una bella omelia è giusto poterla condividere con gli altri ma stavo cercando di riflettere su questo "sensualismo" cioè sul desiderio di voler sentire qualcosa che ci fa stare bene e di assolutizzarlo...il rischio è di diventare schiavi di questo desiderio e di vivere la "gola spirituale".
Andiamo avanti!
In una famiglia normale, il bambino piccolo sente di essere amato dai genitori non per quello che fa ma per ciò che è: il figlio. Questo è solo un pallido riflesso dell'amore infinito che Dio ha per noi! Ho scritto pallido perchè, anche nel migliore dei casi, l'amore dei genitori è sempre un pò condizionato dai desideri che loro hanno circa il futuro del bambino. Il bambino cresce e capisce che l'amore è qualcosa che si guadagna con le azioni: "se fai il bravo ti porto con me a fare la spesa" di esempi ce ne sono una marea! L'amore quindi diventa un qualcosa che si guadagna ma è anche vero che pure il nostro amore si guadagna! Chi è "degno" del nostro amore? Chi amiamo? A questo punto ci accorgiamo che amiamo una persona per quello che fa, che dice,per il carattere ecc. ma amiamo la persona per quello che è? La stessa domanda ce la possiamo porre nei confronti di Dio. Facendoci aiutare da S. Bernadro di Chiaravalle possiamo chiederci: amiamo Dio per Dio? Amiamo Dio per un guadagno o per Lui?
Dio ama l'uomo per l'uomo, ci ama così come siamo! possiamo comportarci male, commettere i peccati più atroci ma Dio continua ad amare l'uomo, lo stesso uomo che ha crocifisso il Suo diletto Figlio! Qui è lo scandalo! Con Dio non abbiamo bisogno di farci belli o di nascondere ciò che detestiamo in noi....Lui ci ama e basta! Spesso è Dio che si nasconde nelle ferite, nelle parti più buie della nostra anima perchè vuole illuminarle con il Suo amore. Quando sembra che Dio si stia allontanando da noi in realtà  sta "navigando" nelle nostre acque torbide e aspetta "dormendo" che noi lo svegliamo per chiedergli di salvarci e di sanare anche le nostre ferite più dolorose. Dio ama in noi anche ciò che noi detestiamo: Dio detesta il peccato mai il peccatore!
continua....

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