lunedì 15 agosto 2011

Il viaggio

Mano a mano che si procede nel cammino spirituale Gesù ci fa la grazia di renderci un pochino più consapevoli dei nostri peccati e delle conseguenze legate ad essi … ogni peccato lascia una ferita o almeno una traccia del suo passaggio anche minima ma c’è! Gesù dopo averci deliziati con i suoi discorsi, le sue carezze spirituali, il suo profumo che sa di buono di vero, ci propone un viaggio alla scoperta di noi stessi. Pensi di avere Gesù dalla tua parte, che non vedi l’ora di partire e intanto vedi Gesù che si prepara per il viaggio con calma cercando di non lasciare nulla di importante. Immaginatevi un genitore che annuncia al figlio di volerlo portare a Parigi all’EuroDisney! Il bambino non vede l’ora di partire e freme, non ci dorme la notte, lo dice a tutti … insomma la gioia prende il sopravvento. Il genitore cosa fa? Gioisce della gioia del figlio ma comincia prudentemente a fare i bagagli per non lasciare nulla a casa che possa servire per il viaggio. Gesù prepara la sua valigia con calma … noi invece siamo così elettrizzati che potremmo camminare anche scalzi sulla sabbia rovente! Una volta pronto, Gesù si alza e ci dice: “Andiamo!”. Che  bello! Cosa andiamo a vedere subito? Anzi ti porto io in un bel posto! Ecco che portiamo il nostro Gesù nei posti che crediamo siano i più belli … i luoghi in cui pensiamo esserci le nostre virtù eroiche! È  strano ma questi luoghi visitati con Gesù assumono una fisionomia diversa … sembra ci sia un sottofondo che disturba,  che lascia solo dell’amaro in bocca … eppure quando ci camminavamo da soli sembravano così belli! Continuiamo a portare Gesù nei posti più belli e alle volte, nonostante questa amarezza sempre presente, vediamo che Gesù ci sorride. Ci rinfranchiamo, prendiamo coraggio e andiamo avanti. Il cammino a lungo andare diventa faticoso, pesante, si cominciano a vedere luoghi che non ci piacciono eppure è proprio in quei posti che Gesù si ferma per fare miracoli. Anzi alle volte intravediamo posti molto bui che ci fanno paura e Gesù deve giocarsi tutte le carte migliori per convincerci ad andare con Lui! Ogni tanto troviamo un po’ di ristoro, ci fermiamo e poi ricominciamo ad andare: Gesù deve compiere la sua opera e non può stare troppo tempo in uno stesso luogo! Cominciamo ad avere sete, tutto intorno a noi diventa un deserto. Ciò che ci dissetava prima: la consapevolezza di aver agito bene, le presunte le virtù eroiche, tutto ciò che di buono pensavamo essere in noi, non ci disseta … ci sentiamo come San Paolo quando gli caddero le croste dagli occhi e vediamo finalmente la realtà: un deserto intorno a noi. Ma Gesù ha portato l’acqua! Ce ne dà poca per volta perché dobbiamo continuare il viaggio. La situazione si fa stressante: i cimiteri degli egiziani forse non sono abbastanza grandi anche per noi che ci porti nel deserto a morire? Si, ce la prendiamo con Gesù, siamo contrariati … non capiamo il senso di questo viaggio e siamo tentati di tornare indietro! Ecco Satana che avanza:  dì che queste pietre diventino pane! Se mi adorerai ti darò tutto quello che vuoi, tu non sei un deserto, in fin de conti non hai mai ucciso nessuno, se mi segui Lui non se la prenderà! Vieni con me e lascia Gesù, non vedi che sei un peso: ogni volta ti deve convincere ad andare dove tu non vuoi, gli fai perdere tempo! Quando ci si mette il maligno è terribile! Non è facile seguire Gesù! “Va bene Gesù, ti seguo ma ora facciamo a modo mio, ti porto io in un posto”. Gesù, docile, acconsente. Mentre camminiamo però cominciamo a pensare … un pensiero si trasforma facilmente in 1000 pensieri diversi, se prima camminavamo spediti ora cominciamo ad accusare i colpi! I pensieri si accavallano, cerchiamo di lottare con loro attraverso un monologo che crediamo non sia seguito da Gesù. Lui è sempre lì accanto a noi, cammina con tranquillità, è sereno, noi invece siamo nel caos più totale, ci ripieghiamo nei nostri pensieri e veniamo travolti da  una tempesta e allora gridiamo: “Signore non ti importa che sto morendo?”, “Donna di poca fede!” e la tempesta svanisce in un lampo! Guardiamo il nostro Gesù, ci sembra ancora più bello di prima … camminiamo e non ci importa dove stiamo andando perché stiamo guardando Gesù. Una voce ci distrae, è il mondo con le sue lusinghe, le sue storie allettanti, la sue comodità. Distogliamo facilmente lo sguardo da Colui che è stato trafitto per noi e sorridiamo al mondo. Si, sorridiamo al mondo che ha ucciso il Figlio di Dio e quando ce ne rendiamo conto siamo già una preda facile per il maligno che ci attacca senza mezze misure e mentre stiamo affondando nel mare dei peccati,dei sensi di colpa, della vergogna  e della paura gridiamo: Signore salvami! “Donna di poca fede perché hai dubitato?”. Piano, piano ci rendiamo conto di come questo viaggio si sia trasformato in un lavoro di bonifica. Una volta capito questo ci rimbocchiamo le maniche  e decidiamo di aiutare Gesù nel suo lavoro. “Eccomi Gesù: ho capito cosa devo fare! Vado io da quella parte, Tu puoi aspettarmi qui…faccio in un lampo!” e Gesù acconsente. Torniamo trionfanti e Gesù ci dice: “Ho visto Satana cadere con tutti i suoi aiutanti aguzzini!”. “Vedi ci sono riuscita! Ora voglio andare da quella parte” “lascia perdere non è il momento giusto!” “ma si, non ti preoccupare: vado e torno!”…Gesù ci lascia fare… torniamo malconci e Gesù ci dice: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi ed io vi ristorerò”.”La prossima volta vieni con me così stiamo sicuri. Andiamo da quella parte” “non è bene… ma facciamo come vuoi tu”. Ci ritroviamo con un altro insuccesso e questa volta ci pesa assai perché Gesù era venuto con noi! La sabbia su cui camminavamo diventa terra dura, arida! Abbiamo sete…in terra ci sono delle spaccature: “Cosa sono Gesù?” , “Sono le ferite causate dai peccati!”…Gesù le guarda e piange… ogni sua lacrima deterge questa terra arida…tra me e me penso che ce ne vorrebbero tante per richiudere quelle voraggini! Gesù continua a piangere. Piango anche io… una voce mi sibila all’orecchio: “se la vita è un pianto continuo allora a cosa serve? Ci sono tante persone che si divertono e tu piangi? Lascia perdere, stacca la spina…tanto Gesù capirà…non dà mai pesi superiori alle tue forze e ora sei stanca, triste, sconsolata, hai bisogno di riposarti…dopo se vuoi potrai continuare con tranquillità”. Ah le seduzioni del maligno!!! Così allettanti, così avvolgenti! Gesù continua a camminare e a piangere e noi dietro di Lui. Tanto anche se cadiamo nella tentazione, una volta ritornati in noi stessi, lo ritroviamo dove lo abbiamo lasciato.
Ecco un altro posto da esplorare: voglio farla finita! Ora basta rasiamo tutto a zero, anzi: Gesù vuoi che ordini ai fulmini di cadere e di incenerire tutto così facciamo prima?” “Oh figlia del tuono, quando imparerai?Non tutto deve essere demolito, ci sono infatti delle cose buone su cui germoglierà la mia Parola, lasciami fare per una volta!”.
“Ma Gesù queste fessure/ferite del terreno dove portano? Vedo luci e ombre…sono curiosa!”. Portano alla parte più intima del tuo io ferito. Cominciamo ad esplorarle ma presto ci rendiamo conto che ogni ferita arriva ad un punto in cui si trova una ferita più profonda, una ferita che fa male veramente perché ha colpito la psiche, il corpo e lo spirito … da qui partono tutte le altre ferite.  Gesù ci ferma, solo Lui può toccare  quella ferita, solo Lui può sanarla con il Suo Amore… a noi spetta di rimanere lì, alle porte di questo sepolcro, sapendo che dietro quella pietra c’è un cadavere che aspetta di essere risuscitato. Ognuno di noi ha una ferita così e in questo caso non mi riferisco al peccato originale o alle sue conseguenze. Conviviamo con un cadavere che aspetta di essere svelato, risuscitato e amato. Mentre aspettiamo non ci resta che contemplare il nostro Gesù che guarda insieme a noi quella pietra….Lui vede la Sua gloria in noi e noi vediamo solo una pietra. Se lasciamo che Gesù ci lavori, quella ferita diventerà una fonte di acqua viva, quel sepolcro diventerà il tempio del nostro Signore, da lì lo Spirito Santo pregherà con gemiti inesprimibili …. il luogo più buio della nostra anima diventerà la Gloria di Dio in noi.

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